Pasqua 2019 – celebrazione della veglia nella cattedrale di Terni. Mons. Piemontese: “Prendiamo sempre più consapevolezza della nostra dignità di figli di Dio, inviati ad una missione speciale”

Celebrata la veglia pasquale nella Cattedrale di Terni con la suggestiva liturgia, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese, iniziata sul sagrato della chiesa con la benedizione del fuoco e con l’accensione del cero pasquale, decorato dalle monache clarisse, portato in processione lungo la navata centrale della cattedrale. E’ seguita la liturgia della parola con le letture dell’Antico Testamento e del Vangelo e quindi la liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua del fonte battesimale, il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione dell’assemblea. Con l’acqua del fonte battesimale è stata battezzata la piccola Anna che entra a far parte della comunità cristiana. Presenti i membri della comunità neocatecumenale della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore a Terni che hanno concluso il loro percorso di formazione e che hanno rinnovato in maniera solenne di fronte al vescovo, il loro impegno battesimale e si rendono disponibili per la missione.
«E’ un momento carico di emozione quello che viviamo, il punto più alto della nostra vita cristiana e ecclesiale in comunione con tutta la chiesa – ha detto il vescovo nell’omelia – Radunati nel cuore della notte per rivivere e incontrare il Signore risorto, nel fare l’esperienza dei discepoli: lasciarci rivestire di Cristo, facendo memoria dei sacramenti pasquali: il battesimo e l’Eucarestia. Essere discepoli di Cristo, credere nella presenza viva in mezzo a noi del Signore Risorto è il discrimine tra il nostro modo di essere e gli altri che non credono e non hanno speranza. In questa notte facciamo memoria della nostra rinascita e rinnoviamo le promesse del nostro battesimo. Non è un gesto simbolico, ma di anno in anno, prendiamo sempre più consapevolezza della nostra dignità di figli di Dio, di battezzati, in noi cresce la presenza dello Spirito Santo e anche noi siamo tutti inviati in una missione speciale, nella nostra famiglia, nel mondo del lavoro, nella società nella quale ci troviamo».

L’OMELIA DEL VESCOVO

 

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