Cattedrale di Terni – accolitato di Daniele Martelli e lettorato di Giuseppe Zen

E’ stato solennemente celebrato il 364° anniversario della dedicazione della Cattedrale di Terni, chiesa madre della diocesi, consacrata nel 1653 dal cardinale Francesco Angelo Rapaccioli. Nella messa presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese e concelebrata con molti sacerdoti della diocesi hanno ricevuto, rispettivamente, il ministero dell’accolitato il seminarista Daniele Martelli e il ministero del lettorato il seminarista Giuseppe Zen. Nel percorso di formazione al sacerdozio il lettorato è il primo dei ministeri che viene conferito dopo un cammino di formazione teologico-spirituale incentrato proprio sulla Parola di Dio, attraverso lo studio dei Vangeli e la meditazione. L’accolitato è il secondo dei misteri istituiti destinato a mettere in risalto l’intimo legame che esiste tra liturgia, eucaristia e carità.

“La dedicazione di una chiesa è il momento conclusivo di un’opera corale – ha detto il vescovo -, è il rito solenne col quale viene dedicato all’uso esclusivo liturgico, del culto per Dio, un luogo, che raduna e raccoglie il popolo santo fedele di Dio, che nei secoli ha assunto il nome di Chiesa. Gesù insegna che il tempio di Dio è, primariamente, il cuore dell’uomo che ha accolto la sua parola. La chiesa è il luogo della presenza di Dio, della preghiera, dell’annuncio della Parola, della celebrazione dei sacramenti, dell’incontro e soprattutto della celebrazione dell’Eucarestia”.

La chiesa è soprattutto “tempio vivo dei credenti, popolo santo fedele di Dio che sperimenta la presenza di Dio, che vive e soprattutto in questo luogo, consacrato per la celebrazione dei santi misteri. Pietre vive, unite a Cristo e tra di loro, tenute stabili e rafforzati dal cemento della preghiera e della Grazia”,

E poi un monito del vescovo ai peccati che “demoliscono la Chiesa; una vita cristiana superficiale, l’incoerenza delle nostre scelte, la mondanità della nostra vita, che incrinano la solidità del sacro edificio.. E poi non possiamo sottovalutare i danni, a volte irreparabili, provocati in maniera superficiale o inconsapevole dalla schiera dei “guastatori della comunione e della comunità”, presenti in ogni categoria di fedeli: sacerdoti, religiosi e fedeli laici, non-popolo che procede per conto proprio, sottraendosi agli orientamenti dei pastori e ne critica superficialmente le decisioni, semina la discordia con insinuazioni, chiacchiere, maldicenze e falsità”.

L’OMELIA DEL VESCOVO (testo)