Ospedale di Terni – celebrazione per i 50 anni della dedicazione della cappella – le foto e il video

Cinquanta anni fa, il 30 ottobre 1967, veniva dedicata a Santa Maria la cappella dell’ospedale di Terni, consacrata dal vescovo Giovanni Battista Dal Prà e realizzata per opera e volere del consiglio di amministrazione dell’ospedale presieduto da Poliuto Chiappini.
Con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese è stato ricordato l’anniversario. La messa è stata concelebrata dal provinciale dei Frati Minori Cappuccini dell’Umbria padre Matteo Siro, dai cappellani dell’ospedale padre Angelo Gatto e padre Mario Finauro, dai sacerdoti della vicaria e alla presenza del direttore generale dell’azienda ospedaliera “Santa Maria” di Terni Maurizio Dal Maso, del direttore sanitario Sandro Fratini, del personale medico e infermieristico, delle missionarie Identes, dei malati e accompagnatori.
La consacrazione di una chiesa è un rito solenne col quale viene dedicato all’uso esclusivo liturgico, del culto per Dio, un luogo, che raduna e raccoglie il popolo santo fedeli di Dio, che nei secoli ha assunto il nome di Chiesa.
“Un luogo per radunarsi, pregare, lodare e ringraziare Dio, celebrare i sacramenti, in particolare proclamare la Parola di Dio e dove nell’Eucarestia incontriamo Gesù Cristo vivo e vero” – ha ricordato il vescovo nell’omelia.
“La cappella dell’ospedale è la cardiologia spirituale del personale e degli utenti dell’ospedale, credenti e non credenti” sono state le parole con le quali il vescovo ha associato la centralità del conforto spirituale al ruolo determinante e al significato simbolico del reparto di cardiologia “che ha una valenza centrale e decisiva, direi spartiacque per definire la vita e la morte”.
“Questo luogo di preghiera – ha aggiunto il vescovo – è realtà e simbolo che dona senso all’esistenza. E’ luogo di pace e di speranza. E’ clinica dello spirito. Tutto ciò non perché queste mura abbiano un qualcosa di magico, ma perché qui c’è Lui, Gesù Cristo, parola e pane di vita; Gesù, medico delle anime e dei corpi, attende tutti per donare sé stesso,il “Farmaco di immortalità”, per dare conforto a chi soffre, salute agli infermi, perdono e misericordia ai peccatori, luce e sapienza ai medici, pazienza agli infermieri e agli operatori che quotidianamente raccolgono le pene e le sofferenze dei malati”.
Il cappellano e i suoi collaboratori, ministri della Chiesa e della speranza sono al servizio di tutti, sono a disposizione di tutti “per ritrovare e imboccare percorsi di vita e soprattutto per donare Gesù, buon samaritano che con l’olio e il balsamo della misericordia, cura le ferite dell’anima e del corpo. Questo ospedale può ben essere orgoglioso per l’opera profusa in questi 50 anni. E anche questa chiesa, oggi può ringraziare il Signore per l’amore, il bene e la speranza seminata in 50 anni.” ha concluso il vescovo.