Il dipinto di Leonardo che riproduce la Cascata delle Marmore – l’articolo dell’Osservatore Romano

Uno dei disegni più famosi nella storia dell’arte, il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci, conservato nel gabinetto dei disegni e delle stampe delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, secondo recenti studi raffigurerebbe il paesaggio ternano che il pittore, sulle orme di san Francesco, ha illustrato nella cascata delle Marmore e nel paese di Papigno con la sua vallata. Questo può essere certamente un valore aggiunto al territorio di san Valentino e dei Protomartiri francescani.

L’articolo dell’Osservatore Romano del 27 novembre 2016
Nel primo paesaggio delineato da Leonardo nel 1473 la cascata delle Marmore. Il genio rinascimentale ha ricalcato le orme di san Francesco a Terni

di Francesco Scoppola

Può aver Leonardo ricalcato le orme di san Francesco? Il primo paesaggio delineato da Leonardo nell’agosto del 1473 è stato a lungo motivo di contesa: se non è un’invenzione, ma una ripresa dal vero, sono stati diversi i centri della val d’Arno e della val di Nievole via via candidati al riconoscimento della realtà presa a modello: in luoghi compresi tra Vinci, la campagna fiorentina e quella aretina non è mancato, nel corso del tempo, chi ha ritenuto di riconoscervi la veduta riprodotta in quel disegno. Ma da quella lunga serie di contrapposti pareri nessuno di essi si è rivelato davvero convincente.
Il soggetto di quel disegno conservato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi non è stato infatti ancora identificato in modo soddisfacente. Ma una soluzione al dilemma si profila adesso, con una solo apparente sottrazione della materia del contendere alla Toscana, la quale, in realtà, da questa novità non risulta penalizzata vedendo la sua influenza estesa alle regioni vicine.
Non poteva andare diversamente: sotto la guida di Antonio Paolucci e di Cristina Acidini, finalmente un riconoscimento plausibile è venuto dagli studi — ormai giunti alle fasi finali — di Luca Tomio, fondati sulla base di un’intuizione visiva legata a sue vicende familiari che hanno consentito una particolare freschezza di sguardo. Ha quindi cercato e trovato conferme a questa sua ipotesi. Nell’ambito di un confronto aperto e di un lavoro interdisciplinare ha potuto contare su un ampio ventaglio di competenze: i suoi studi sono infatti proseguiti con Miro Virili per le pertinenze idrauliche del paesaggio storico, con Vladimiro Coronelli paleografo esperto di storia locale e con l’interessamento sotto il profilo geologico di Carmelo Petronio. Tali approfondimenti sono stati condotti nell’Archivio segreto vaticano, in diversi archivi di Stato e grazie alla diocesi di Terni-Narni-Amelia.
La nuova proposta consiste nell’ipotesi che siano da riconoscersi nel disegno di paesaggio con fiume di Leonardo forse la valle di Terni, le acque del Velino alla confluenza nel Nera, dunque la cascata delle Marmore. Se la corrispondenza dei singoli scorci riprodotti potrà essere ancora discussa, sin d’ora va tributato senz’altro il merito della serietà, del giudizio sintetico e analitico, di una sia pur veloce ricognizione dei precedenti tentativi di riconoscimento dei luoghi, dell’aver riportato all’attenzione una questione che pareva altrimenti consunta e senza sbocco, soprattutto nell’aver stabilito che con ogni probabilità si tratta di Umbria, in territorio di Terni, e non di Toscana. Su tutto questo si può certamente convenire, e le argomentazioni prodotte, fondate come sono su un sintetico studio comparativo di quanto sinora è stato prospettato al riguardo, paiono convincenti e ben documentate.
Nella alternativa sinora percorsa tra paesaggi di invenzione e paesaggi dal vero, si apre una terza via: quella delle composizioni multiple in liberi assemblaggi a mosaico di scorci ripresi dal vero. O per lo meno che gli schizzi possano essere considerati divisi in verticale in due metà, relative a panorami diversi.
La proposta avanzata è certamente suggestiva e per molti aspetti verosimile, al punto che non sarà facile contraddirla, nel sottoporla al metodo che nelle scienze presunte esatte è detto della falsificazione; ma proprio per questo si aprirà invece senz’altro — pare doveroso e inevitabile, non fosse altro per rigore di metodo — un approfondito dibattito sulle ragioni a contrariis, che certo comunque non mancherà, di fronte alla portata di tale riconoscimento.
Quindi una provvisoria e interlocutoria prima nota di presentazione di questo risultato di imminente pubblicazione (un vero e proprio restauro, ristabilimento, nel senso pieno del termine) comporta comunque la condizione della prosecuzione dell’indagine, perfino nella ricerca del dubbio, quando questo non si configuri come mancanza di capacità di decidere, o come assenza di libertà nel distinguere e nel procedere, ma come infaticabile esplorazione del possibile.

Da: FRANCESCO SCOPPOLA, Nel primo paesaggio delineato da Leonardo nel 1473 è. l’Umbria, non la Toscana. La scoperta legittima l’ipotesi che il genio rinascimentale abbia ricalcato le orme di san Francesco, in L’Osservatore Romano, domenica 27 novembre 2016, p. 5.