Corpus Domini 2018 – celebrazione nella chiesa di San Francesco a Terni

Lo scorrere dell’anno liturgico ci ha condotti a immergerci nel mistero di Dio Uno e Trino. Creature che sono illuminate, raggiunte e riscaldate dalla luce, dal calore e dal benessere di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio Padre che invia suo Figlio. Il Figlio che per amore assume la natura umana e si dona con amore per ogni uomo. Lo Spirito Santo che col fuoco dell’amore mantiene nell’esistenza l’umanità e la guida nel pellegrinaggio verso la vita beata di Dio, inserendola in una alleanza-amicizia profonda con Dio Creatore.
Questo mistero di relazione con Dio nella festa del Corpus Domini viene vissuta come Festa dell’Eucarestia, festa della Nuova ed eterna Alleanza, festa della Chiesa dei discepoli.

La Chiesa su questa terra è per costituzione il popolo di Dio in cammino verso la terra promessa, dove non vagheremo più, saziati e resi beati-felici dalla contemplazione di Dio, faccia a faccia, così come Egli è.
Partiamo dall’altare, attorno al quale siamo convocati e radunati, per fare memoria del Signore, Gesù, Signore, maestro e pastore, per entrare partecipare nella Nuova ed eterna Alleanza, istituita da Cristo col suo sangue, partecipando al banchetto del suo corpo e del suo sangue.
Eccoci allora, Comunità dei discepoli, popolo santo fedele di Dio composto da fedeli laici, religiosi e religiose, presbiteri, diaconi e ministri vari, che cammina nella storia verso la terra promessa.
Un cammino tra gli uomini in compagnia di Gesù. “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. (Mt 28,20)
Gesù nell’Eucarestia è lo stesso Gesù di Nazaret, morto e risorto, ma che continua oggi a stare con noi, prendendo su di sé le sofferenze, le gioie e le speranze di tutti gli uomini. Quelle degli uomini e delle donne della nostra Diocesi, delle nostre città, della nostra Nazione;
in questo momento di crisi, di incertezza, di timori;
in una città in dissesto finanziario, nel mezzo della competizione elettorale;
in una nazione divisa che sembra aver perso gli antichi riferimenti ideali condivisi, necessari per affrontare le lotte per la giustizia, il benessere e la pacifica convivenza.
E noi, come chiesa, corpo mistico di Cristo, insieme a Gesù, vogliamo farci carico delle sofferenze, gioie e speranze degli uomini.

“Signore dacci sempre questo pane”, chiesero i giudei a Gesù. E Gesù non solo spezzo loro il pane e i pesci, ma donò sé stesso, come pane della vita.
Gesù rispose loro: ‘Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!'” (Gv. 6, 24-35).
Questo pane, Gesù, ha alimentato gli uomini nei secoli della storia, donando senso, provvidenza e speranza a migliaia di generazioni di uomini e donne.
Sembra che oggi questo pane sia rifiutato o disprezzato… si rimpiangono le cipolle d’Egitto. Senza questo pane della vita il nostro cammino nella storia sarà sempre più incerto, saremo facilmente preda dei morsi dei serpenti e degli scorpioni della ribellione, dell’idolatria, dell’orgoglio e dell’ingiustizia, della fame e della sete che nessuno può saziare.

Questa sera vogliamo rivolgere a Gesù la preghiera accorata dei discepoli: “Signore dacci sempre questo pane”.
Dacci oggi il pane della Parola, della fede e dell’Eucarestia per superare ogni ostacolo diabolico e proseguire nell’amore, nella condivisione e nella fraternità, il pellegrinaggio sulla terra verso la Patria eterna;
Dacci oggi il pane della rettitudine e della verità per non cadere nel raggiro, nel plagio e nell’inganno;
Dacci oggi, in questo tempo difficile, il pane della “concordia e del dialogo per abbattere i muri di inimicizia e per superare lo spirito di divisione che sembra diffondersi nel nostro Paese”;
Dacci oggi il pane della “responsabilità per pacificare gli animi e per dare dei segnali concreti di speranza attraverso un linguaggio sobrio e consapevole”;
Dacci oggi questo pane che doni forza e spinga “tutti i credenti a pregare, e tutti gli italiani a lavorare, insieme, per la custodia e la salvezza del nostro grande e bellissimo Paese”.

Iniziamo da questa Eucarestia, insieme ai cristiani della nostra chiesa di Terni-Narni-Amelia, a pregare e a lavorare per la pace nel mondo, per l’unità e la pace dell’Italia e per la rinascita della nostra città di Terni, per la santificazione di tutti noi.

Alcune espressioni virgolettate e in corsivo sono libero adattamento da
Card. Gualtiero Bassetti, PRIMA IL BENE COMUNE.
Avvenire, 30-5-2018