Cattedrale Terni – Stazione quaresimale e istituzione nuovi Ministri straordinari dell’Eucarestia

Cari fratelli e sorelle,
siamo una comunità in cammino penitenziale, che si è introdotta nel deserto per affrontare la lotta contro il maligno, il diavolo, colui che divide e allontana da Dio, che vuole lasciarsi purificare dal Signore, che viene formata da Signore, dalla Parola e i sacramenti.
Vogliamo rafforzare la nostra identità di popolo di Dio pellegrinando sulla tomba dei martiri, i nostri eroi e modelli, tutti insieme.

1. La stazione quaresimale, cos’è?
La chiesa di Roma, fondata dalla testimonianza speciale degli apostoli e dei martiri, fin dal IV-V secolo, si radunava, nella quaresima, insieme al Papa sulle tombe degli Apostoli e dei martiri per purificare la propria fede e testimonianza e ritrovare la propria identità.
Il tempo forte di Quaresima e della Pasqua è un momento privilegiato per compiere un cammino interiore e rinnovare la propria vita spirituale, come Chiesa che cresce alla scuola dei suoi testimoni e nell’esperienza di comunione e di preghiera. Proprio l’idea della preghiera in comunione mi sembra una delle caratteristiche peculiari delle Stazioni quaresimali insieme all’altro elemento importantissimo, quello della memoria dei martiri. Una comunità che si raccoglie in preghiera sulla memoria dei suoi testimoni della fede è una realtà dinamica, che cerca nelle radici della sua storia la forza per scrivere il proprio futuro. È una Chiesa che vuole trovare nei suoi santi la forza del cammino e la direzione certa per poter raggiungere le stesse mete, gli stessi traguardi.
Anche la nostra chiesa, che si gloria di essere fondata sulla testimonianza dei santi martiri e confessori: Anastasio, Zenone e C., Agape, Valentino, Abbondio, Giovenale, Cassio, Fermina, Olimpiade e altri, è convocata e si raduna sulle loro tombe per trovare luce, conforto, esempio per la testimonianza ai nostri giorni. Sono tempi altrettanto complicati dei primi secoli della chiesa di Roma. Ma noi confidiamo sulla comunione e la preghiera dei santi.
Non da soli, ma come chiesa viviamo la statio, la sosta per la ”colletta” e la celebrazione dell’Eucarestia, Parola e sacramenti, per rinnovarci nella fede, nella mente e nello spirito

2. Seconda domenica di Quaresima
Ogni anno, nella seconda domenica di quaresima, ascoltiamo il racconto della Trasfigurazione di Gesù.
Il Vangelo non parla di monte Tabor, è la tradizione fin dall’antichità che ha parlato di Tabor, ma di monte elevato: la trasfigurazione possono vederla coloro che vanno su un monte elevato, alla stregua e con i sentimenti e la fede di Abramo, Mosè, Elia.
Il Prefazio inquadra e illustra il senso dell’evento: “Dopo aver dato ai discepoli l’annuncio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria”. Per prepararli alla prova della passione, per sostenerli nell’ora della testimonianza e del martirio, quando sarà.
“Indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione….”. E’ la logica pasquale, anticipata e condita di amore e della grazia donataci da Gesù, morto e risorto.
“Possiamo”, noi, qui, oggi. Non è un racconto biblico racchiuso in un passato storico e collocato nel tempo, m un evento di salvezza che ha la sua radice nel Crosto trasfigurato, e che coinvolge tutti e ciascuno in un’esperienza di salvezza.
“Ascoltatelo”. La voce rivela il rapporto con Gesù: Ascoltatelo!
Nella scrittura il discepolo è definito come colui che ascolta.
Ascoltatelo è l’invito a riprendere la sequela, a camminare con Gesù anche quando la luce della trasfigurazione sarà spenta e le tenebre avvolgeranno il calvario. E’ un invito a lasciare che Gesù, la su morte e risurrezione diventino il centro dell’affettività e dell’esperienza del discepolo.
Le parole del Padre sfidano la logica di Pietro: Il Figlio non è un mistero da conservare, ma una persona da seguire. I tre si ritrovano con Gesù solo.

3. I ministri della Comunione.
Si intreccia con la sofferenza della croce e con la consolazione della trasfigurazione, a cui il ministro ha assistito e ora comunica ai malati e sofferenti.
Non è una medaglia di onore o di preminenza, da ostentare e di cui inorgoglirci.
Ma è un servizio, ministero della consolazione, al servizio dell’Eucarestia e della Chiesa.
Rispetto, dignità, pulizia, preghiera, umiltà, adorazione verso Gesù Eucarestia;
amore, pazienza, servizio, conforto e consolazione verso i malati.
E’ il ministero della risurrezione, della domenica, che fa da ponte: tra Gesù, la comunità, i malati e i oro familiari, la prospettiva della Risurrezione.
Grazie per la vostra risposta e disponibilità. Grazie a nome della Chiesa per il vostro amore.