Museo diocesano – presentazione del libro “Sorella morte” di mons. Vincenzo Paglia

Mercoledì 31 maggio alle ore 18 presso il Museo Diocesano e Capitolare di Terni, è stato presentato il libro di Mons. Vincenzo Paglia “Sorella Morte” sul tema quanto mai attuale dell’eutanasia e dei disegni di legge riguardanti il fine vita, nell’ambito di un dibattito e di un confronto condotto da prospettive diverse con l’intervento di padre Giuseppe Piemontese Vescovo di Terni-Narni-Amelia, Filippo Ceccarelli giornalista, Grazia Attili psicologa sociale, Vincenzo Paglia Presidente Pontificia Accademia della Vita. Moderano: Stefania Parisi e Maria Grazia Proietti.
Ha aperto l’incontro il vescovo Piemontese che, facendo riferimento alla sua frequentazione di persone ricoverate all’Hospice di Terni, ha richiamato il “mistero” della morte, sempre per lui fonte di commozione e stupore e a partire dal titolo del libro di Vincenzo Paglia “Sorella Morte” ha commentato gli scritti di S.Francesco che bene mostrano la sua concezione della morte come sorella che ci rende tutti fratelli nella comune fragilità creaturale.
Il “tenersi per mano” è proprio l’invito e il messaggio del Vescovo Paglia per dare dignità all’esperienza della morte. “Il dono di accompagnarsi a vicenda, legandosi l’un l’altro, il malato e il sano, – scrive Paglia – delinea il paradigma della vita umana. E’ in questo orizzonte che a mio avviso deve svilupparsi il dibattito sull’eutanasia”.
“Forse una legge sarà anche necessaria – dice mons. Paglia – per evitare soprusi e confusioni, ma resta tuttavia vero che è una diversa cultura della vita e della morte che bisogna affermare. Troppa solitudine, troppa autoreferenzialità, troppo soggettivismo e, a volte, calcolo economico, stanno alterando le relazioni interpersonali e affettive: invece abbiamo bisogno di farci compagnia reciprocamente perché tutti siamo deboli e fragili sia pure nelle diverse modalità delle fasi della vita. Il problema non è facilitare la morte anticipandola ma è togliere il dolore e la disperazione, al primo viene incontro la medicina alla seconda la vicinanza dell’amore”. La psicologa Grazia Attili ha mostrato il legame che c’è tra i risultati delle neuroscienze e la condizione esistenziale: la felicità non un particolare status ma è la bontà delle relazioni affettive che viviamo. Il desiderio di uccidersi e di morire sono contrari alla nostra natura e scaturiscono dalla disperazione della solitudine e dell’abbandono. Il giornalista Filippo Ceccarelli ha sottolineato il cambiamento odierno della cultura della morte e della vita che stanno scivolando in una pericolosa dimenticanza e superficialità e che richiedono una inversione di tendenza. A suo avviso, una legge è necessaria ma ha espresso dubbi sulla reale capacità delle forze politiche attuali di saper saggiamente adoperarsi in tal senso. Il medico M.Grazia Proietti che da anni opera nel dipartimento di Geriatria dell’Ospedale di Terni, ha dichiarato che i pazienti, la cui età media è di 87 anni, non desiderano morire ma chiedono la vicinanza umana e solidale dei familiari e anche del personale medico e paramedico. La dottoressa ha invocato una maggiore attenzione “affettiva” anche da parte delle istituzioni sanitarie. In conclusione, come ha sottolineato la coordinatrice Stefania Parisi, il libro ci invita tutti ad una rinnovata presa di coscienza e ad un rinnovato impegno per promuovere una dignità del vivere e del morire che sia propria di ogni persona a prescindere dalle sue condizioni psico- fisiche e sociali.