MpV – il convegno su Madre Teresa una testimonianza a difesa dei più deboli

Sabato scorso 25 febbraio, tra gli Eventi valentiniani della nostra città, nella sala del Museo diocesano di Terni, gremita di ascoltatori, abbiamo avuto la gioia di rivivere lo spirito e l’ideale evangelico della Santa di Calcutta, attraverso le testimonianze dirette di persone che ne hanno conosciuto le opere e le espressioni coraggiose a difesa dei più deboli, dei “più poveri tra i poveri”.
Le Suore Missionarie della Carità, Suor Gemma, italiana e Suor Marie Savier, africana, provenienti dalla Casa Madre di San Gregorio al Celio di Roma, pur ammettendo di essere della 2^ generazione di sorelle dell’Ordine fondato da Madre Teresa, hanno tracciato con essenzialità i fattori fondanti la fecondità del carisma che oggi ha portato più di 5000 ragazze di tutti i continenti alla sequela della Santa degli “ultimi”: la preghiera costante a Gesù Eucaristia che rende capaci di riconoscerlo e di servirlo in ogni persona, specialmente quella più povera e abbandonata da tutti, quella “scartata” dalla società. Realizzare nella concretezza, proprio nelle situazioni umane più scomode, il comandamento dell’amore gratuito che genera la pace. Seguire Gesù, vivo nel Santissimo Sacramento e nei poveri più bisognosi, genera una pace ed una gioia attraente ancora oggi.
L’onorevole Carlo Casini ha ricordato un tratto molto forte di Madre Teresa: la sua determinazione, nei fatti e nelle parole, di affermare la dignità di ogni essere umano, tanto più se piccolo e vittima di violenza, come il bambino nell’utero materno. E’ stato infatti ricordato l’intervento di Madre Teresa al ricevimento del Premio Nobel per la Pace del 1979 e quello al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite nel 1986; in entrambe le occasioni la Santa dichiarò coraggiosamente, senza mezzi termini, di fronte ai “potenti” della Terra, che “l’aborto è il più grande distruttore della pace. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me?”.
Ma, ha sottolineato Carlo Casini, l’espressione che dimostra in Madre Teresa la volontà di smascherare la grave responsabilità di questo atto, non imputando soltanto alla donna la colpa, è: “Se permettiamo” che una donna possa deciderlo. E’ di fatto la legalizzazione, la concessione giuridica dell’aborto nei vari Stati che ne rende possibile l’attuazione. Per questo, il bambino non ancora nato è “il più povero tra i poveri”: perché, a differenza di tutte le altre povertà che possono godere di un certo filantropismo o, al massimo potrebbero lasciare indifferenti, il nascituro è invece, addirittura minacciato legalmente di morte e a spese dello Stato! E poi, in una quantità tale che la stessa Madre Teresa le ha definite “vittime di un olocausto”! 56 milioni ogni anno nel mondo!
Casini ha infine raccontato dell’incoraggiamento costante che la Santa in più occasioni ha rivolto al Movimento per la Vita italiano, specie quando nel 1990 fu proclamata dallo stesso Movimento Presidente Onoraria di tutti i Movimenti Pro-life del mondo. E il suo monito lanciato in ogni discorso pubblico: “Promettiamoci che in questa città nessuna donna possa essere costretta ad abortire”, per responsabilizzare ogni cittadino, a cominciare dai responsabili della “cosa pubblica”.
Il prof.Giuseppe Noia ha raccontato la sua conversione negli anni universitari, grazie all’incontro con un sacerdote, Don Giuseppe De Santis, parroco a S. Vito di Narni negli anni ’70 e ’80. Questa guida spirituale lo preparò a svolgere la sua professione medica e di ginecologo con una attenzione particolare ai bambini con problemi prima della nascita. Così lo stesso sacerdote, figlio spirituale di S.Pio da Pietrelcina, Fondatore della Comunità Famiglia P.Pio, lo incoraggiò a seguire nel Day Hospital del Policlinico Gemelli le donne in gravidanza aiutate dalle suore di Madre Teresa nel quartiere di Primavalle a Roma. Nella “Casa Allegria”, ancora esistente, che ospitava donne in gravidanza e puerpere allora “clandestine”, si recavano anche altri figli spirituali di Don Giuseppe a svolgere opera di volontariato.
Diversi ed intensi gli incontri personali e pubblici di Madre Teresa con il Prof. Noia. In uno di questi, le disse la regola delle “cinque dita”: I – do – it – for – Jesus, io faccio questo per Gesù.
Questa particolare vocazione vissuta nella professione ha portato oggi il Prof. Noia, docente di Medicina Prenatale, ad essere dirigente dell’Hospice Perinatale del Policlinico Gemelli nel quale vengono assistiti i feti definiti “terminali”, affetti da patologie cromosomiche e morfologiche per le quali potrebbero essere destinati all’aborto cosiddetto “terapeutico”. Per questa opera di assistenza “controcorrente” si avvale di una Fondazione Onlus “Il Cuore in una Goccia” che opera per la tutela della vita e della salute materna e fetale, aiutando ed accompagnando i genitori con bambini malati in utero provenienti a Roma da tutta Italia.

Il Vescovo Mons. Padre Giuseppe Piemontese, dopo aver ascoltato tutte le precedenti testimonianze, è intervenuto in modo molto significativo, invitando subito tutti i presenti ad una preghiera silenziosa per le mamme in difficoltà, perché scelgano per la vita dei bambini che portano in grembo. Ha poi letto, dal quotidiano Avvenire, una interessante testimonianza di una infermiera che dopo tanti anni di attività in un ambulatorio ospedaliero per le IVG, era finalmente diventata “obiettrice di coscienza”.
Notevole anche lo spunto critico sulla nostra realtà locale in merito alla possibilità di offrire aiuto concreto alle donne in gravidanza. E’ stata sottolineata l’esigenza di un Centro di Aiuto alla Vita più dinamico ed efficiente per la nostra città. Provocazione accolta molto positivamente dal sottoscritto che ha invitato tutti i presenti a potersi coinvolgere, secondo le proprie disponibilità di mezzi e di tempo, con il nostro CAV di Terni che da 11 anni ormai svolge questa azione preziosa di volontariato.
Il carisma di Madre Teresa, ne sono certo, darà anche tra noi, nella nostra Diocesi, i suoi preziosi frutti. E’ tempo infatti di dare la nostra testimonianza umile, ma determinata, come quella della Santa, al servizio dei bambini non ancora nati delle nostre comunità locali.

Alberto Virgolino