Corpus Domini 2016

In questa celebrazione ci ritroviamo per adorare Gesù eucarestia, per seguirlo per vie della città con canti, adorando, pregando e invocando. E’ lui il pane della vita, sostegno della nostra esistenza. A lui vogliamo affidare la nostra città, le persone, i malati, la nostra chiesa particolare perché ci nutra, ci santifichi e ci sostenga nella nostra testimonianza.
La solennità del Corpus Domini nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi, in Belgio, per celebrare la reale presenza di Cristo nell’eucarestia in reazione alle tesi di Berengario di Tours, secondo il quale la presenza di Cristo non era reale, ma solo simbolica. Il papa Urbano IV, con bolla Transiturus de hoc mundo dell’11 agosto 1264, da Orvieto dove aveva stabilito la residenza della corte pontificia (non andrà mai a Roma), estese la solennità a tutta la Chiesa. All’anno precedente si fa risalire tradizionalmente anche il Miracolo eucaristico di Bolsena, dove durante la messa celebrata dal sacerdote Pietro di Praga, dubbioso della presenza di Cristo, l’ostia prese a sanguinare. A seguito di questo miracolo venne istituita da papa Urbano IV la festa e la processione del Corpus Domini, il cui scopo era quello di celebrare la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia
La nostra terra, l’Umbria, è una terra Eucaristica e di Santi che hanno amato e che ci hanno insegnano l’amore per Gesù eucaristico, fonte e culmine della vita cristiana. Ancora oggi nelle varie città vengono infiorate le strade, si svolgono manifestazioni e processioni con il santissimo sacramento. Godiamo di tanta ricchezza di fede e tradizione. A nostra volta volgiamo approfittare di questo e trasmettere alle generazioni future l’amore a Gesù eucaristico. Prima di morire Gesù ci dà una consegna: fate questo in memoria di me. Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». E lo stesso fece con il calice. Voi annunciate la morte del Signore finchè egli venga dice san Paolo. Abbiamo ricevuto come consegna il memoriale per rinnovare nella vita di ogni giorno, in particolare nel giorno del Signore, il dono supremo di Gesù al Padre per l’umanità.
La Chiesa diocesana radunata attorno all’Eucarestia, in questa festa, si interroga sulla propria vita eucaristica se la vita si svolge nella dimensione dell’eucarestia, nella presenza di Gesù risorto, nell’amore al Signore. Lode, ringraziamento, adorazione, che significa silenzio, ascolto e preghiera.
Varie sono le occasioni di celebrazioni comunitarie, ma questa sia per il suo significato teologico, sia per i ricordi che la tradizione ci ha lasciati, tocca i sentimenti, tocca il cuore: Vogliamo dire a Gesù che crediamo, gli vogliamo bene, pubblicamente testimoniamo al mondo il nostro amore, la nostra fede e devozione al Signore.
Vogliamo in questa occasione invocare il dono della comunione, che sappiamo sgorga dall’Eucarestia, non è risultato del nostro impegno, anche se questo è richiesto, ma è soprattutto il dono di Gesù che nell’eucaestia fa din noi u solo corpo e un’unica chiesa.

Se ci domandiamo qual è la virtù specifica dell’Eucarestia, a cosa tende, non possiamo non rispondere con sant’ Agostino: “La virtù propria di questo nutrimento è quello di produrre l’unità, affinché, ridotti ad essere il corpo di Cristo, divenuti sue membra, siamo ciò che riceviamo” (Disc. 272).
Quando ci accostiamo alla comunione il sacerdote ci presenta l’ostia dicendo “il corpo di Cristo” nella risposta dell’amen. L’amen che rispondiamo al ‘corpo di Cristo’ proferito dal sacerdote al momento della comunione eucaristica ha proprio questo significato: sì, riconosco di far parte di quel Corpo e accetto di vivere in modo da non ferire mai l’unità di quel corpo. È il mistero della comunione con Dio e tra gli uomini diventato lo scopo supremo dell’agire del cuore. Come dice l’orazione sulle offerte: “Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre, i doni dell’unità e della pace, misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo”.
Nell’enciclica di San Giovanni Paolo II “Ecclesia De Eucharistia”, c’è un’altra sottolineatura di qetso amen che pronunciamo. Un’analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell’Angelo, e l’amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu chiesto di credere che colui che Ella concepiva « per opera dello Spirito Santo » era il « Figlio di Dio » (cfr Lc 1,30–35). In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l’intero suo essere umano – divino nei segni del pane e del vino.
Siamo in questa chiesa dedicata a Francesco di Assisi e non possiamo non richiamare l’amore di San Francesco d’Assisi verso l’Eucaristia. E nella venerazione di questo eccelso mistero intendeva coinvolgere non solo i frati sacerdoti ma tutta la creazione. Nella Lettera a tutto l’Ordine scrive: “Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre”. (FF 221)
Con questo spirito vofliamo continuare questa celebrazione e accompagnare il Signore per le vie della nostra città con canti e adorazione.

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PROCESSIONE – MEDITAZIONE IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA
In questo luogo, teatro di manifestazioni di proposta, di protesta, di richiesta di giustizia, libertà, lavoro e di pane, questa sera noi cristiani siamo a manifestare, a dire con la presenza e la voce: la fede nella presenza del Signore Gesù qui in mezzo a noi nell’Eucarestia; l’adorazione, la gratitudine e la lode per colui che, fatto uomo, ha volontariamente donato la sua vita per l’umanità e per il mondo; la comune volontà di continuare e annunciare quanto Gesù ci ha consegnato ed affidato: l’amore, il perdono, la misericordia, l’unità e la pace.
I cinque pani che ha ordinato ai discepoli di distribuire a tutti, richiamano la Provvidenza di Dio e la speranza soprattutto in questo tempo di crisi di beni e di valori.
Sono consegna ai cristiani, ciascuno secondo la propria vocazione e condizione, a provvedere quali intermediari e condividere il pane della verità, della giustizia, del benessere dignitoso per tutti.
Noi cristiani, che camminiamo dietro Gesù, presente nella Eucarestia vivo e vero, abbiamo una speranza più grande. Sappiamo che non siamo soli: Dio è con noi; sappiamo che l’umanità non è sola nell’affrontare le planetarie sfide del cibo per tutti, dell’acqua, della custodia del creato, della pace. Dio è con noi!
Anche nella nostra città, la comune testimonianza di fede e di vicinanza con Gesù, pane di vita deve spingerci ad allargare gli orizzonti di amore e di condivisione verso i concittadini, specie i più disagiati.

Particolarmente in questo anno della misericordia con la processione eucaristica vogliamo rivivere una rinnovata esperienza di Dio, che, per così dire, “esce” da sé stesso per cercare e salvare l’uomo e nell’Eucaristia fa di noi quella Chiesa “in uscita” che più volte il Santo Padre ci invita a diventare (cf. EG 20-24).

In mezzo all’umanità, che si è impantanata nel peccato, Dio non disdegna di continuare a piantare la sua tenda e continua ad inviarci agli incroci delle strade e invitare tutti al suo banchetto (cf. Mt 22,9).
Quando l’uomo, per la sua disobbedienza, perde l’amicizia con Dio, Egli non lo abbandona in potere della morte, e dinanzi al buio della colpa il mistero infinito brilla nella luce soave della misericordia. Così, nella Messa si narra con stupore la storia dell’appassionata ricerca dell’uomo da parte di Dio: «nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare».

Da questo luogo Gesù benedice la nostra città e i suoi cittadini di ogni credo e cultura.
Benedice i malati nel corpo e nello spirito: per loro invochiamo salute.
Benedice i disoccupati e coloro che sono preposti a creare politiche adeguate per il benessere di tutti.
Benedice i giovani, i loro progetti e le loro speranze.
Benedice tutti coloro che hanno bisogno di amore e di benedizione.
Grazie, Gesù per la tua presenza in mezzo a noi. Grazie perché sei con noi. Grazie per il tuo amore.