Pasqua 2016 – veglia nella Cattedrale di Terni

Cari fratelli e sorelle,
è un momento carico di emozione quello che viviamo, punto più alto della nostra vita cristiana ed ecclesiale, in comunione con tutta la chiesa, con papa Francesco, i vescovi, presbiteri diaconi, il popolo di Dio. Radunati nel cuore della notte per rivivere e incontrare il Signore risorto.
Nel cuore della notte, abbiamo fatto memoria di quelle altre notti fondamentali nella storia del genere umano e nella storia della salvezza: la notte della creazione, dell’esodo e la notte di Pasqua nella quale il Signore ha vinto la morte, è risorto, è apparso agli apostoli e alle donne e anche a noi.
Anche noi ci siamo affacciati al sepolcro, siamo stati immersi nel sepolcro della morte, ma nel battesimo siamo risorti con lui a vita nuova. Facciamo memoria di quell’evento straordinario da cui avuto origine tutto, memoria del battesimo.
Abbiamo concluso il cammino quaresimale, ci siamo immersi nella passione morte del Signore, e ora vogliamo aprire gli occhi e sentire e sperimentare la presenza del risorto in mezzo a noi, che è stata evocata nella parola di Dio, nel canto dell’exultet, nella luce del cero pasquale vero simbolo del Signore risorto e nel canto dell’alleluia. Questo dopo la penitenza, dopo l’interiorità e il silenzio della quaresima e di questi giorni.
Il nostro incontro con il Signore risorto ci viene proposto nella testimonianza del vangelo di Luca nel percorso che hanno compiuto le donne, persone che al tempo di Gesù avevano scarsa considerazione, la loro testimonianza era non credibile. Ebbene, queste donne sono le prime persone che hanno fatto l’esperienza del Signore risorto. Nel brano del Vangelo ci viene indicato un percorso per incontrare il Signore risorto, non tanto un incontro sfolgorante come nella trasfigurazione, quanto un percorso di fede, perché il Signore s’incontra soprattutto nella fede. Queste donne sono Maria maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo che il primo giorno della settimana, dice il Vangelo, si recano al sepolcro e lì ha inizio una nuova creazione per il mondo nuovo. Tutto avviene al mattino presto, quando ancora è buio, come in questa celebrazione che avviene nella notte, come è buio nel cuore di queste donne e nel resto degli apostoli perché è stato tolto a loro il Signore è morto, è stato posto nel sepolcro. Lì le donne si recano con gli aromi che avevano preparato subito dopo la sepoltura. Le donne, secondo il vangelo di Luca, sono le ultime che guardano il sepolcro dopo che è stato chiuso e sono le prime che si recano al sepolcro e vi trovano la pietra che era stata rimossa ed entrate non trovarono il corpo del Signore. Erano andate al sepolcro per imbalsamare un cadavere. Gesù aveva ripetutamente parlato della sua passione, morte e resurrezione, ma nel loro cuore come in quello degli apostoli non c’era questa convinzione.
Affrante dalla passione e dalla morte, cercavano un cadavere e non pensavano al Signore come risorto. Così come è la nostra fede: a volte cerchiamo non il risorto, avendo la convinzione di seguire un grande saggio che ha parlato bene e ha fatto del bene. No! è il Signore risorto che è in mezzo a noi vivo e vero, non è uscito dal sepolcro, ma è risorto.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, le donne si ponevano degli interrogativi come noi di fronte a quel mistero. I loro interrogativi sono i nostri di fronte alla passione e alla risurrezione di Gesù. Allora si presentarono due uomini a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
I dubbi delle donne le paure, la nostra poca fede sono illuminati dalle Sacre Scritture, lette alla luce
dello Spirito Santo: Gesù lo aveva detto. La tomba è vuota, non cerchiamo un cadavere, Gesù è vivo! Anche Pietro resterà perplesso non solo di fronte alla testimonianza delle donne, ma di fronte alla
tomba vuota, non ha compreso le parole di Gesù. Ma dopo la comprensione delle Scritture, insieme agli altri apostoli, nell’incontro col Signore potrà finalmente radicarsi nella fede nel Signore Gesù risorto.
Questa notte riviviamo quell’evento alla luce della parola di Dio, sentiamo il grande annuncio della resurrezione del Signore che dà senso alla nostra esistenza e provoca un cambiamento. Tutti noi, chiesa particolare, vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi e laici questa notte siamo invitati
e guardare, riflettere e accogliere la lieta notizia che Gesù è risorto. Nella memoria della creazione, dell’ Alleanza, dell’Esodo e della passione e morte del Signore, celebrata e vissuta da ciascuno di noi nella memoria del battesimo, anche noi insieme agli apostoli, a Maria alla chiesa cresciamo nella fede in Gesù Risorto. L’Eucarestia che celebriamo compie e attualizza il mistero pasquale dalla notte di Pasqua, ogni domenica.
Viviamo da risorti, cercando e seminando i semi non della morte ma della vita: comunione, benevolenza, carità, speranza, ottimismo, comprensione, concordia, perdono, pazienza, pietà, pace. Questi sono i semi della resurrezione nell’umanità e nella chiesa e che siamo chiamati a diffondere attorno a noi consapevoli dei nostri limiti e anche consapevoli che Gesù e morto e risorto per noi.
Buona Pasqua!