Natale 2015 – celebrazione al polo industriale di Nera Montoro

In questo lunedì dopo la IV domenica di Avvento, il Natale del Signore viene anticipato nella celebrazione della santa Messa in questo luogo di lavoro, di condivisione di progetti umani e professionali e di narrazione della cronaca di un segmento di umanità che vive in questo territorio.
Perché questa celebrazione natalizia non in una chiesa, ma nello scenario della vostra attività lavorativa?
La nostra presenza qui non è dettata da ragioni di convenienza e comodità.
Questa celebrazione assume un significato altamente simbolico e vuole essere segno ed espressione del grande valore salvifico del vostro lavoro, condiviso tra tutti coloro che fanno parte della stessa famiglia dell’ITALAEF a prescindere da ruoli, professionalità e responsabilità aziendali.
In questo luogo e in questo contesto sociale, direi in questa famiglia oggi torna a nascere Gesù Cristo per aprire ad un tempo di speranza e di pace ad ogni livello.

Al centro del Natale c’è Gesù Figlio di Dio, che diventa uomo e ci salva facendo la volontà di Dio. Natale ci ricorda che Dio si è fatto uno di noi, sperimentando le sofferenze, il cammino di apprendimento, i problemi di lavoro e di sussistenza che abbiamo anche noi. Il Natale in questo luogo di lavoro significa confrontarsi con “il figlio del falegname” che nell’adeguarsi alla volontà di Dio, che è al centro della sua esistenza, ha nobilitato, santificato e riaffermato la dignità di ogni uomo, in specie dell’uomo, che lavora, che ama, che prega, che si eleva, che collabora al benessere della comunità civile, si fa compagno di strada dei simili, che incontra nel cammino sulla terra.

Natale è poesia: la prima lettura dal Cantico dei cantici.
Ci aiuta a preparare in cuore al Natale la Parola biblica del Cantico dei Cantici: un capolavoro che rientra anche nel genere letterario della poesia d’amore ma che ben a proposito fu inclusa nel testo sacro molti secoli prima di Cristo.

Si tratta infatti di lasciarsi persuadere in cuore che proprio Dio è Colui che ama l’uomo nel modo più intenso possibile perché è – per definizione – l’Amore (cfr 1Gv 4,16) E’ chiaro: questa intensità trova la sua più espressiva immagine in quella dello “Sposo”, descritto qui nella sua venuta incontro alla sposa attraverso un cammino faticoso e accidentato. E’ però tale lo slancio tutto volto a destare nella sposa il desiderio dell’unione più profonda, che il testo è pervaso da un’atmosfera di gioia, a cui il contesto primaverile aggiunge un tono totalmente festivo.

Ecco il Natale è Dio che continua a volerci “sposare” nella celebrazione di quel suo entrare nella storia non con tracotanza di mezzi prepotenti ma con un sollecito invito:”Alzati, mia bella e vieni!”
C’è in ognuno una bellezza che è il nostro essere “immagine e somiglianza di Dio”, e dunque, nonostante tutto c’è anche in me.

Natale è realismo di una vita che nasce da due giovani che si vogliono bene, all’interno di una famiglia composta da una casalinga, Maria di Nazareth e da un operaio, Giuseppe, che sostiene la famiglia con un lavoro dignitoso, nella povertà dei mezzi e nella precarietà quotidiana. La povertà dell’alloggio in cui è nato il Figlio di Dio è un chiaro segno che Dio predilige la povertà. La stessa natura umana assunta dal Figlio di Dio è espressione della estrema povertà, prediletta da Dio. Nella povertà si esprime e manifesta il nostro fiducioso abbandono a Dio, creatore e provvidente.

Natale è luce, energia
I profeti invocavano: “O sole che sorgi, splendore della gloria divina, sole di giustizia, vieni ed illuminaci! “.
I pastori che vegliavano il gregge. “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce”.
Una luce che ci guida alla comprensione della parola di Dio, del mistero del Dio fatto uomo, del cammino della nostra esistenza.

Natale è gioia e speranza: Maria, che porta in grembo Gesù e che incontra Elisabetta, provoca un sussulto di gioia in san Giovanni, ancora nel seno di sua madre.
Ai pastori l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
A tutti noi, che viviamo la nostra missione nel lavoro, nella società e nella famiglia il Natale è motivo di gioia e di speranza. Ma anche di crescita nella dignità, nella solidarietà e nell’impegno per la crescita e lo sviluppo della società.

L’Anno santo della misericordia è occasione preziosa per ricevere conforto, liberarci da pesi opprimenti antichi e recenti, farci perdonare i peccati, lasciarci abbracciare dal Padre misericordioso e per iniziare una nuova vita fatta di buoni propositi e di serenità per noi e per coloro che incontriamo.