Celebrazione del Te Deum di fine anno 2014

Cari fratelli e sorelle, stiamo vivendo la celebrazione della solennità di Maria santissima Madre di Dio”, ottava di Natale. Contempliamo Gesù bambino attorniato da Maria e Giuseppe, dai pastori, ma anche tutti noi che ci ritroviamo al termine di un anno per ringraziare il Signore e per fare propositi di vista santa per il nuovo anno.
Questa sera vogliamo dedicare del tempo alla riflessione sulla vita personale, umana, spirituale e comunitaria, sugli eventi attorno a noi, sul senso dei tempo. Quale uso ne facciamo come viviamo.
Siamo qui anche per ringraziare il Signore come chiesa, come popolo di Dio come comunità civile rappresentata dalle autorità, per dire un grazie corale per gli eventi che hanno segnato la cronaca e la storia della nostra comunità ecclesiale e della città.
Riguardando indietro scorgiamo degli eventi che hanno portato a senso di preoccupazione, ma anche segni di speranza illuminata dal Signore e che diventa per noi forza e spinta a continuare nella serenità e nella fiducia il cammino del tempo. Tra gli eventi che hanno segnato e che ancora segnano la nostra preoccupazione vorrei ricordare i focolai di guerra e di violenza nel mondo, anche vicino a noi: Palestina Siria Libia, vari paesi dell’Africa, che è la vera polveriera del mondo. Pensiamo alla crisi economica ed esistenziale, che provoca disoccupazione e attanaglia e spaventa milioni di uomini e donne, e che ci sollecita ad uno stile di vita semplice e sobrio.
Pensiamo alla crisi dei valori, che tutti tocchiamo con mano, l’onestà, la lealtà, la corruzione, e la crisi dei punti di riferimento che rendono instabile la nostra società e il rispetto che si deve ad ogni creatura che si trova sulla faccia della terra.
Pensiamo all’indebolimento della fede all’interno della stessa Chiesa portando i cristiani e anche noi religiosi non essere più sale della terra e luce del mondo.
La sfiducia nel futuro della nazione e dell’umanità, rendendo precaria la pace a livello planetario e locale.
Come comunità civile ed ecclesiale non vogliamo sottrarci ad una verifica, esame di coscienza a partire dal confronto con alcuni segni di speranza per rinnovare la nostra vita cristiana e la nostra fedeltà. Sono questi alcuni punti di preoccupazione e ritornano davanti agli occhi perché possiamo porci non scoraggiamento, ma con energia e forza. Ma abbiamo anche grandi motivi di speranza che sono importanti che possono guidarci in maniera energica. Pensiamo a papa Francesco che la provvidenza ci ha donato: faro e trascinatore di speranza per l’umanità nel richiamare e promuovere la dignità di ogni persona, i diritti di uomini, donne, lavoratori, la lotta contro la schiavitù. Ed è questo il tema del messaggio che il Papa ha inviato al mondo intero per la 48 giornata mondiale per la pace, non più schiavi ma fratelli. Il Papa si è fatto paladino di un ritorno alla considerazione alla nostra radice comune di essere umani creati da dio con uguali diritti e doveri, diritti che vanno comunque sempre rispettati qualunque sia il colore della pelle, la cultura, il sesso. Tanti sono i cristiani e non cristiani che, in varie parti del mondo, subiscono persecuzioni e martirio, essi sono motivo di sofferenza ma sono anche seme di pace e premessa di santità nel mondo. I martiri nella chiesa sono stati sempre coloro che l’hanno fecondata e hanno portato al rinnovamento della chiesa e alla nascita di nuovi cristiani e di santi.
Pensiamo anche a grande numero di volontari che si dedicano al bene del prossimo e al servizio della pace; in particolare ricordiamo quelli che curano i malati di Ebola; o il premio Nobel per la pace consegnata all’adolescente pakistana Maiala Yousàfzai, e all’attivista indiano Kailash Satyarthi per la lotta contro la repressione dei bambini e dei giovani e per i diritti di tutti i bambini. Sono realtà tristi di questo anno. E infine come motivo di speranza non possiamo dimenticare la fine dell’embargo tra gli stati Uniti e Cuba, pese rimasto emarginato per oltre cinquanta anni.
Questi sono motivi di speranza che non possiamo trascurare, ma vogliamo ricordare anche motivi di ringraziamento a noi più vicini, ringraziare il Signore per il dono della vita che non è una cosa scontata ma è un dono grande che il Signore ci fa ogni giorno; ed anche per il dono della concordia che tutto sommato è stata presente nelle nostre realtà; vogliamo dire grazie per Papa Francesco, per il Sinodo sulla famiglia, per l’anno della vita consacrata perché possiamo imparare il valore e il bene della vita consacrata all’interno delle comunità ecclesiali e civili. I carismi della chiesa sono un grandissimo dono che il Signore ha distribuito nei tempi e nei modi, a seconda dei bisogni dell’umanità.
Riguardo alla nostra realtà locale vogliamo ricordare l’elezione del Sindaco che sembrano fatti scontati ma che sono passi e progressi nella democrazia e nella convivenza civile da realizzare secondo le aspirazioni. E ancora del mio ministero episcopale in questa chiesa locale. Il Signore ci coinvolge in un cammino nuovo per accogliere il bene che il Signore ci dona e valorizzarlo e metterlo a frutto per il futuro. Come non ricordare l’accordo sulla vertenza AST e la conclusione di altre vertenze anche se molte sono ancora aperte e dolgono il cuore di tutti noi. Ognuno trovi motivi di ringraziamento, di gioia e impegno a vivere meglio anche il nostro futuro.
E infine una riflessione su San Francesco e il tempo raccontata da San Bonaventura: ” Francesco, uomo evangelico, non si disimpegnava mai dal praticare il bene. Anzi, come gii spiriti angelici sulla scala di Giacobbe, o saliva verso Dio o discendeva verso il prossimo. Il tempo a lui concesso per guadagnare meriti, aveva imparato a suddividerlo con grande accortezza: parte ne spendeva nelle fatiche apostoliche per il suo prossimo, parte ne dedicava alla tranquillità e alle estasi della contemplazione. Perciò, dopo essersi impegnato, secondo l’esigenza dei tempi e dei luoghi, a procacciare la salvezza degli altri, lasciava la folla col suo chiasso e cercava la solitudine, col suo segreto e la sua pace: là, dedicandosi più liberamente a Dio, detergeva dall’anima ogni più piccolo grano di polvere, che il contatto con gli uomini vi avesse lasciato”.
Ognuno può trovare altri motivi di speranza in tanti piccoli e grandi avvenimenti della vita che lo hanno riguardato. Cerchiamo di individuarli per ringraziare il Signore e per renderli fecondi. Chiediamo perdono per le nostre pigrizie ed occasioni perdute, il tempo sciupato è da reimpiegare così come faceva Francesco d’Assisi

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