L’Azione Cattolica Italiana della diocesi di Terni Narni Amelia organizza un incontro di approfondimento e confronto sulle questioni aperte dalla delicatissima vicenda dell’AST, lunedì 27 ottobre alle ore 17,30
nei locali della parrocchia di San Francesco.
“La crisi dell’AST (e di Terni): da che parte andare?
introdurrà il prof. Giuseppe Croce, Sapienza Università di Roma
DOCUMENTO DELL’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA
In occasione dello sciopero generale del 17 ottobre 2014 l’Azione cattolica diocesana di Terni-Narni-Amelia intende esprimere vicinanza e solidarietà alle tante persone oggi in ansia per il loro futuro, ai dipendenti dell’Acciai Speciali Terni, dell’indotto, a quanti hanno operato ed operano perché attraverso il loro impegno la comunità possa crescere e svilupparsi. È in virtù di quanto il Magistero ci dice in Gaudium et Spes 65 che “bisogna denunciare gli errori tanto delle dottrine che si oppongono alle riforme necessarie, quanto delle dottrine che sacrificano i diritti fondamentali delle singole persone e dei gruppi all’organizzazione collettiva della produzione” e sentiamo di possedere “il diritto e il dovere di contribuire secondo le loro [nostre] capacità al progresso della loro propria [nostra] comunità.”
Quanto stiamo vivendo, in questi giorni, è la assoluta prevedibile conclusione di un incompressibile processo condizionato dalle scelte assai discutibili della Commissione Antitrust della UE. La decisione di bocciare l’originale piano di acquisizione della Inoxum da parte di Outokumpu, il diniego della soluzione proposta di cedere gli assets della Avesta Sheffield e la pretesa che, con la vendita della dell’AST si sarebbe superata una presunta posizione dominate della Outokumpu ha generato le precondizioni perché il sito ternano fosse “riacquistato” dalla ThyssenKrupp. Quest’ultima operazione è stata approvata dalla Commissione Antitrust la quale ben conosceva la peculiarità di Terni e cioè che, impiantisticamente, il sito avevo una sua logica collocazione solo all’interno di un Gruppo che integrasse la capacità a caldo con impianti di laminazione a freddo caratterizzati da volumi equivalenti e coerenti. Oggi questa contraddizione è esplosa. Riteniamo che questo aspetto vada con chiarezza, urgenza e nelle forme istituzionali posto all’attenzione della Commissione per avere dalla medesima una risposta esaustiva, non tattica e per disporre di tutti gli strumenti di revisione ivi compresi quelli di ricorso alla Corte Europea di Giustizia. Il Governo italiano lo deve al sistema industriale nazionale, al suo ruolo di Presidenza semestrale ed alla comunità ternana. Per questo ci aspettiamo nei prossimi giorni, insieme a tutta la comunità ternana, un passo ufficiale sia a livello di Presidenza del Consiglio, sia del Commissario Italiano presso la UE. Ma la tempistica e l’evolversi dei fatti richiede anche di non disperdere il faticoso processo di confronto che si è sviluppato in questi mesi da quando, nel luglio, la ThyssenKrupp Material (TKM) ha presentato il proprio piano industriale. Noi crediamo che tutte le parti abbiano il dovere di ripartire dalla proposta di lodo governativo per cercare di raggiungere un accettabile livello di compromesso che coniughi le esigenze di ritorno alla redditività con quelle di mantenere il sito industriale di Terni appetibile e contendibile in funzione di una futura vendita.
Riteniamo che vadano riprese, o meglio esplicitate, dal lodo alcune scelte strategiche di media visione quali il mantenimento delle capacità impiantistiche dell’area a caldo nell’ottica di coniugare i reali fabbisogni del mercato e l’esigenza di non disperdere o compromettere le potenzialità di un sito e di un processo integrato e competitivo; il potenziamento dell’area a freddo con i necessari investimenti (già concordato nel 2006 e rimasto parzialmente non concluso per le vicende del rogo di Torino del 2008); una maggiore integrazione del sito di Terni con i nuovi centri di servizio confluiti da Outokumpu, una stretta sinergia con il network della TKM per i mercati dove AST non ha una presenza con l’obiettivo di non perdere appetibilità a causa della mancanza della funzione distributiva. Abbiamo anche bisogno che dal governo e dalle istituzioni provenga un maggiore sforzo propositivo sulle condizioni di contesto in particolare in merito ai costi di approvvigionamento energetico e sul piano degli investimenti ambientali al fine di liberare risorse e mezzi finanziari da destinare al completamento della configurazione impiantistica dell’area a freddo con la dotazione di impianti aggiuntivi per mezzo dei quali accrescere l’output produttivo, ridurre il divario tra caldo e freddo ed incrementare i volumi dei prodotti.
Dobbiamo tutti prendere atto della situazione di marcata difficoltà in cui si trova la Società AST: a tutti è chiesto, oggi, un grande sforzo di responsabilità e l’esigenza di concentrarsi sulle urgenze del momento e cioè una difesa realistica dei livelli occupazionali uniti alla legittima aspettativa dell’azienda di tornare redditiva ma senza distruggere un tessuto sociale e nel rispetto delle persone coinvolte, delle professionalità in gioco della sostenibilità dei provvedimenti proposti lasciando da parte ogni strumentalizzazione, ogni fuga politica ed ogni riserva tattica. E’ dal convegno del 14 giugno 2008 che la diocesi di Terni-Narni-Amelia, e in essa in primo luogo l’Azione cattolica, si impegnano perché l’attenzione della città sull’AST sia il più possibile intelligente, consapevole e dinamica. Sovente la città non ha raccolto i contenuti di questo impegno, in particolare nella prospettiva di politiche pubbliche capaci di creare condizioni di contesto favorevoli alla grande impresa e allo stesso tempo a sostegno di processi di diversificazione del modello sociale della città. È nostro interesse, in qualità di cittadini, sollecitare il dialogo tra le parti tenendo in massimo rilievo l’uomo, “l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale” (GS 63), immagine e somiglianza di Cristo.