Dedicazione Cattedrale di Terni e mandato ai catechisti

1 Lettura: 1Re 8,22-23.27-30
2 Lettura: Prima Corinzi 3,9c-11.16-17
Vangelo Mt 16,13-19

Fin dall’antichità, il nome «chiesa» è stato esteso all’edificio in cui la comunità cristiana si riunisce per ascoltare la parola di Dio, pregare insieme, ricevere i sacramenti e celebrare l’eucaristia.
La chiesa, costruita come edificio destinato in modo esclusivo e permanente a riunire il popolo di Dio e alla celebrazione dei santi misteri, diventa casa di Dio
e perciò è stata “dedicata”, consacrata al Signore con un rito solenne, secondo l’antichissima consuetudine.
La chiesa ogni anno fa memoria del giorno della dedicazione, per rendere grazie a Dio per la Sua presenza in questo luogo, per rafforzare la consapevolezza del nostro essere popolo di Dio radunato nel nome della Santissima Trinità,per rinnovare l’attenzione anche materiale al luogo santo che ci raccoglie.
Questa Chiesa è la Chiesa madre, la casa di tutti noi, della comunità dove troviamo rifugio e cresciamo insieme nella carità.
Si chiama Cattedrale dal trono o cattedra vescovile che dev’essere collocata in un luogo eminente per l’insegnamento del vescovo, padre, maestro, sacerdote, servitore del tempio di Dio che è il popolo di Dio.
Veramente madre delle altre chiese, qui un tempo era l’unico fonte battesimale della città, qui di preferenza venivano ordinati i diaconi e i presbiteri, qui si nelle celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo con i presbiteri e il popolo di Dio, vi è la più alta manifestazione della chiesa.
Sintesi e segno della tradizione e identità cristiana di questo popolo, che qui si è costruito nei momenti cruciali e nodali della sua storia.

La Parola di Dio ci aiuta a comprendere il senso della dedicazione del tempio di Dio.
L’antico popolo di Dio inizialmente non aveva un luogo dove incontrare il Signore.
L’arca dell’alleanza era il segno della presenza di Dio fin dalla peregrinazione nel deserto., Successivamente fu collocata nel tempio di Salomone, che contemplando la grandezza di Dio si chiede:”Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?”. Salomone, dietro ispirazione di Dio, aveva costruito il tempio e ora davanti all’altare del Signore e di fronte all’assemblea del popolo, prega Dio:”Ascolta la supplica del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo… ascolta e perdona!”.
Attraverso lo Spirito Santo Dio abita in ogni cristiano, che diventa egli pure “edificio di Dio, tempio di Dio”
Ecco allora che “il tempio della gloria di Dio” è costituito dalle pietre vive e scelte che sono i cristiani, la vera chiesa vivificata dallo Spirito Santo, che formerà la Gerusalemme del Cielo.
Gesù afferma che il luogo della presenza di Dio è il suo corpo, la sua persona che attraverso la morte e la resurrezione diventa tempio del Dio vivente, luogo dell’incontro con Dio per ogni uomo di ogni tempo.
Nel Vangelo Gesù ci ricorda che questa sua Chiesa, nella storia si costruisce sul fondamento di Pietro e degli apostoli. E qui oggi, come a Cesarea viene chiesto anche a noi di fare la nostra professione di fede in Gesù: “Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivente”, espressione di adesione alla Chiesa di Cristo.
Attorno a Lui, in questo luogo siamo segno dell’edificio di Dio, corpo di Cristo, la Chiesa, comunità ben compaginata, ordinata e strutturata, si apre alla missione, esce e va verso le periferie dell’esistenza per annunciare il Vangelo di Gesù.
La chiesa non è per sé stessa… ma per il mondo, segno e sacramento dell’amore di Dio.
E questa sera, mentre riviviamo l’origine di questo tempio, riconosciamo la nostra vocazione missionaria e proclamiamo ufficialmente che voi catechisti siete consacrati e inviati da Cristo per mezzo della Chiesa.
Il Vescovo vi conferisce il mandato perché viviate la vostra ministerialità del servizio Catechistico.
Siete stati chiamati dal Signore, la vostra vocazione è riconosciuta dalla Chiesa.
Col mandato, il vostro servizio educativo e di evangelizzazione è svolto in maniera autorevole in nome della Chiesa ed è accompagnato da una grazia particolare.
Ricordiamo e rinnoviamo in questo giorno solenne della dedicazione della Cattedrale e del mandato ai catechisti gli impegni che ci qualificano come chiesa:
La volontà di un cammino unitario nella fede, speranza e carità, un cammino unitario attorno al vescovo, col suo presbiterio e l’intero popolo di Dio.
Guardiamoci da personalismi, individualismi, protagonismi, ma sentiamoci popolo di Dio guidato dal vescovo nell’amore vicendevole e nella carità.
Prestiamo amore, rispetto, cura al tempio di Dio, di questa chiesa madre,
Soprattutto manifestiamo amore, rispetto, cura delle pietre vive che siamo noi, che sono levigate e ben compaginate e utilizzate da Gesù e dal nostro umile ministero.

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