Viaggio dei vescovi umbri in Romania 2012

La Conferenza episcopale umbra, seguendo l’itinerario iniziato lo scorso anno con il viaggio in Russia, si reca in pellegrinaggio in Romania per visitare la Chiesa ortodossa, quella cattolica sia di rito bizantino che di rito latino ed anche il Presidente della Repubblica. Un pellegrinaggio che vuole scoprire la ricchezza della tradizione cristiana di questo popolo, che, tra tutto il mondo slavo, è quello che è rimasto in modo particolare legato a Roma, alla cultura romana e che nel corso dei secoli ha dato un’alta testimonianza di fede». Così il neo arcivescovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia, amministratore apostolico della Diocesi di Terni-Narni-Amelia e presidente della Ceu, presenta il viaggio ecumenico dei vescovi umbri in Romania, in programma dal 3 al 6 luglio, ricordando che: «Nel secolo scorso, la Chiesa cattolica ma non solo, ha dovuto soffrire la tragedia della persecuzione a causa del regime comunista. In quel periodo molti testimoni hanno salvato la Chiesa da questo inverno che oggi risorge per affrontare una nuova stagione. Il viaggio di Giovanni Paolo II nel 1999 resta memorabile – sottolinea il presule -, fotografato dall’immagine dell’abbraccio tra il Papa e il Patriarca ortodosso, mentre le centinaia di migliaia di fedeli presenti, per lo più ortodossi, ad una sola voce gridavano: unità, unità, unità. In qualche modo la Conferenza episcopale umbra vuole cercare di cogliere la forza di quel grido e portarla nel cuore».

Oltre a mons. Vincenzo Paglia, parteciperanno al viaggio in terra di Romania mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vice presidente della Ceu, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e segretario della Ceu, mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito di Perugia, mons. Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio, mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, mons. Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi, mons. Giuliano Salciarini, economo della Ceu, Amilcare Conti, segretario organizzativo della Ceu e i componenti dell’Ufficio stampa regionale della Ceu che seguiranno a livello mediatico il viaggio con resoconti quotidiani consultabili sul sito www.chiesainumbria.it .

Nutrito di incontri e di visite è il programma di questa quattro-giorni romena dei presuli umbri che saranno ricevuti, nel pomeriggio del 3 luglio, dal Presidente della Repubblica, Traian Basescu, ed il giorno seguente dal Patriarca della Chiesa Ortodossa, Sua Beatitudine Daniel Ciobotea. Incontreranno a Bucarest anche il Capo delle Relazioni esterne del Patriarcato, il vescovo Ciprian, l’arcivescovo cattolico, mons. Ioan Robu, ed il vescovo greco cattolico, mons. Mihai Fratila. Inoltre, i vescovi umbri saranno ricevuti, presso l’Ambasciata italiana, dal Ministro degli Affari Esteri, Andrei Marga, e dall’Ambasciatore Mario Cospito e, presso la Nunziatura, dal Nunzio Apostolico, mons. Francisco Javier Lozano.

Durante gli incontri si parlerà dei rapporti Stato-Chiese e tra Chiese sorelle e dei problemi sociali che attanagliano in questo particolare momento anche il popolo romeno. I vescovi umbri non trascureranno di sottolineare la folta presenza della comunità romena in Umbria, che è quella più numerosa con i suoi 24.321 cittadini, pari al 24,4% dell’intera popolazione straniera regolare in regione, secondo i dati del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2011. Parleranno anche del contributo della Chiesa della terra dei santi Benedetto e Francesco al “processo di integrazione” della comunità romena, ricordando la sua collaborazione in ambito spirituale e sociale. Ad esempio, le Diocesi di Perugia e Terni, dove ci sono due comunità parrocchiali ortodosse romene, hanno messo a loro disposizione due chiese (San Fiorenzo a Perugia e Sant’Alò a Terni) per permettere ai fedeli ortodossi di praticare la loro fede. Come sostegno materiale a singoli e nuclei familiari romeni in difficoltà, le Chiese diocesane dell’Umbria fanno la loro parte attraverso i Centri di ascolto Caritas.

Il viaggio in Romania porterà i vescovi a visitare alcuni dei principali luoghi-simbolo della Chiesa ortodossa eretti tra il XVII ed il XIX secolo, i monasteri di Stravropoleos, Antim e Cernica e l’eremo di Darvari. Quest’ultimo è un oasi di pace e spiritualità nel centro di Bucarest. Inoltre, visiteranno due sinagoghe e il museo della Shoah, dove incontreranno Liviu Beris, sopravvissuto della Transnistria, e un rappresentante della Comunità ebraica della capitale.

A Costanza, il 5 luglio, la delegazione umbra visiterà anche la moschea del re Carlo I, centro dell’Islam in Romania, e incontrerà l’arcivescovo ortodosso Teodosie.

Significativa è la presenza della Chiesa ortodossa in Romania, un Paese che conta oltre 22 milioni di abitanti, dei quali l’87% è di fede cristiana ortodossa. La Chiesa ortodossa romena è seconda solo alla Chiesa ortodossa russa ed è una Chiesa aperta al dialogo e alla coabitazione con le tante minoranze religiose e nazionali (si contano 14 etnie). La sua cultura – latina e bizantina insieme, tra modernità e radici popolari -, la sua identità – ricca di storia nazionale -, la sua stessa lingua – latina e slava insieme -, fanno della Romania come «un ponte tra oriente ed occidente».

L’incontro con il patriarca Ciobotea
L’incontro con il presidente della Repubblica Basescu

LA CHIESA ORTODOSSA ROMENA E IL SUO SESTO PATRIARCA, DANIEL CIOBOTEA

La nascita della Chiesa ortodossa romena risale alla seconda metà del secolo XIX, quando, nel 1859, i principati romeni di Moldavia e Valacchia si unirono per formare l’odierna Romania. La gerarchia ecclesiastica ortodossa seguì i due stati nel loro processo di fusione. Di conseguenza poco dopo, nel 1872, le Chiese ortodosse dei due principati (la Metropolia di Ungrovlahia e la Metropolia di Moldavia) decisero di unirsi per formare la Chiesa ortodossa romena. In questo processo si separarono canonicamente dalla giurisdizione delPatriarcato di Costantinopoli e la Chiesa ortodossa romena si dichiarò “autocefala”. Nello stesso anno fu costituito un sinodo separato. Il Patriarcato di Costantinopoli riconobbe l’autocefalia della Chiesa ortodossa romena solo nel 1885. Essa è organizzata in Patriarcato e l’autorità gerarchicamente più importante dal punto di visto canonico e dogmatico è il Sacro Sinodo (49 tra metropoliti, arcivescovi e vescovi). In Romania esistono cinqueDiocesi Metropolitane e dieci Arcidiocesi, e più di 14.000 sacerdoti e diaconi, che servono nelle parrocchie, nei monasteri e nei centri sociali. All’interno del Paese si trovano oltre 440 monasteri per un totale di 3.500 monaci e 5.000 monache. Al 2004 in Romania si trovavano quindici Università teologiche nelle quali studiavano per conseguire il dottorato più di 10.000 studenti. Il 19 febbraio 2008 l’assemblea diocesana della metropolia della Chiesa ortodossa romena per l’Europa occidentale e meridionale ha creato una Diocesi per l’Italia, composta da 70 parrocchie, due delle quali si trovano in Umbria, nelle città di Perugia e Terni.

Dal 12 settembre 2007 il Patriarca della Chiesa ortodossa romena è Daniel Ciobotea, 57 anni, già Metropolita di Iasi, intronizzato il 30 settembre 2007. Daniel è il sesto patriarca ortodosso romeno. Ha studiato a Bucarest con Dumitru Staniloaie, quindi a Strasburgo alla facoltà di Teologia protestante e alla facoltà di Teologia cattolica a Friburgo.

Con il nuovo patriarca la Chiesa entra in modo più esteso nella società e affronta ogni aspetto della cultura. Il rapporto con le altre Chiese vede una relazione stretta con il Patriarcato di Costantinopoli; un rapporto abbastanza privilegiato con la Chiesa di Grecia e con la Chiesa di Cipro, per legami anche di carattere economico. Buoni i rapporti con le Chiese Evangeliche e Riformate e con la Chiesa cattolica ha in particolare rapporti con l’episcopato tedesco, austriaco e ungherese.