Pasqua 2019 – processione del Cristo morto

Nella chiesa di San Francesco Terni
Dalle Ammonizioni di San Francesco d’Assisi – NON INSUPERBIRSI, MA GLORIARSI NELLA CROCE DEL SIGNORE
“Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto Dio che ti creò e ti fece a immagine del suo diletto Figlio secondo il corpo, e a sua similitudine (Cfr Gen 1,26) secondo lo spirito .
E tutte le creature, che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura, servono e conoscono e obbediscono al loro Creatore meglio di te. E anche i demoni non lo crocifissero, ma tu con essi lo crucifiggesti e ancora lo crucifiggi col dilettarti nei vizi e nei peccati. Di che dunque puoi gloriarti? Infatti se tu fossi tanto intelligente e sapiente che tu avessi tutta la scienza e tu sapessi interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti (Cfr 1Cor 13,1-4), in tutto questo non ti puoi gloriare; poiché un solo demonio seppe delle cose celesti e ora sa di quelle terrene più di tutti gli uomini insieme; benché ci sia stato qualche uomo che ricevette dal Signore una speciale cognizione della somma sapienza. Ugualmente se tu fossi più bello e più ricco di tutti e anche se tu facessi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono d’ostacolo e non sono di tua pertinenza e in queste non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità (Cfr 2Cor 12,5) e portare ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo”. (FF. 153-154)

La contemplazione di Gesù morto per noi, con gli occhi di san Francesco d’Assisi:
il senso della morte e della vita, il valore e il dono della vita, la bellezza e ricchezza di essere creati ad immagine e somiglianza di Dio.
Dio ci ha creati, Gesù ci ha ricreati ristabilendo e riparando l’immagine della nostra vita deturpata dal peccato.
In questo pellegrinaggio meditiamo sull’amore di Gesù. Volgiamo insieme lo sguardo di fede a Gesù, che abbiamo trafitto, abbeveriamoci all’Eucarestia, accostiamoci al suo costato da dove sono scaturiti i sacramenti del battesimo e dell’Eucarestia.

In piazza della Repubblica
Dalla Esortazione apostolica “Christus vivit”
“31. Gesù non illumina voi, giovani, da lontano o dall’esterno, ma partendo dalla sua stessa giovinezza, che egli condivide con voi. È molto importante contemplare il Gesù giovane che ci mostrano i Vangeli, perché Egli è stato veramente uno di voi, e in Lui si possono riconoscere molti aspetti tipici dei cuori giovani. Lo vediamo, ad esempio, nelle seguenti caratteristiche: «Gesù ha avuto una incondizionata fiducia nel Padre, ha curato l’amicizia con i suoi discepoli, e persino nei momenti di crisi vi è rimasto fedele. Ha manifestato una profonda compassione nei confronti dei più deboli, specialmente i poveri, gli ammalati, i peccatori e gli esclusi. Ha avuto il coraggio di affrontare le autorità religiose e politiche del suo tempo; ha fatto l’esperienza di sentirsi incompreso e scartato; ha provato la paura della sofferenza e conosciuto la fragilità della Passione; ha rivolto il proprio sguardo verso il futuro affidandosi alle mani sicure del Padre e alla forza dello Spirito. In Gesù tutti i giovani possono ritrovarsi».[9]
32. D’altra parte, Gesù è risorto e vuole farci partecipare alla novità della sua risurrezione. Egli è la vera giovinezza di un mondo invecchiato ed è anche la giovinezza di un universo che attende con «le doglie del parto» (Rm 8,22) di essere rivestito della sua luce e della sua vita. Vicino a Lui possiamo bere dalla vera sorgente, che mantiene vivi i nostri sogni, i nostri progetti, i nostri grandi ideali, e che ci lancia nell’annuncio della vita che vale la pena vivere. In due curiosi dettagli del Vangelo di Marco possiamo vedere la chiamata alla vera giovinezza dei risorti. Da una parte, nella passione del Signore appare un giovane timoroso che cercava di seguire Gesù ma che fuggì via nudo (cfr Mc 14,51-52), un giovane che non ebbe la forza di rischiare tutto per seguire il Signore. Invece, vicino al sepolcro vuoto, vediamo un giovane «vestito di una veste bianca» (16,5) che invitava a vincere la paura e annunciava la gioia della risurrezione (cfr 16,6-7)”.

Nell’attesa della Risurrezione.
I Vescovi umbri seguono con attenzione le vicende giudiziarie che in questi giorni interessano i vertici della Regione Umbria. Mentre ripongono massima fiducia nell’operato della magistratura, esprimono l’auspicio che venga fatta piena luce su una questione così delicata come la gestione della sanità pubblica, che tocca da vicino una delle fasce più deboli della società: ai malati deve essere sempre garantita, con sollecitudine e premura, la più alta qualità delle cure con il personale più adeguato.
La vicenda suscita amarezza e disorientamento nell’opinione pubblica, in un momento particolarmente difficile per la vita della comunità regionale, alle prese con una faticosa ricostruzione post-terremoto e con una crisi economica che ancora inquieta singoli e famiglie.
Inoltre, le recenti dimissioni della Presidente della Regione Marini e le imminenti elezioni per il Parlamento europeo ci dicono che stiamo attraversando un passaggio delicato e impegnativo per il futuro della regione e della nazione. Si impone ai cittadini e specialmente ai cattolici il dovere di un discernimento attento, responsabile e propositivo per operare le scelte giuste e adeguate per il bene civile, sociale, morale e spirituale della collettività, di tutto il popolo, della Nazione.
In questi giorni significativi che precedono la festa di Pasqua, i Vescovi invitano la comunità cristiana alla preghiera e alla riflessione, affinché cresca in tutti il senso della legalità e del rispetto della cosa pubblica e nell’operato degli amministratori si faccia strada con sempre maggior vigore la ricerca e la promozione del bene comune e il rispetto dei diritti di tutti i cittadini.

In Cattedrale
“Christus vivit” “33. Il Signore ci chiama ad accendere stelle nella notte di altri giovani; ci invita a guardare i veri astri, quei segni così diversificati che Egli ci dà perché non rimaniamo fermi, ma imitiamo il seminatore che osservava le stelle per poter arare il campo. Dio accende stelle per noi affinché possiamo continuare a camminare: «Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate e hanno risposto» (Bar 3,34-35). Ma Cristo stesso è per noi la grande luce di speranza e di guida nella nostra notte, perché Egli è «la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16)”.

Maria ss. Addolorata, silenzio, contemplazione e adorazione del sabato santo, in attesa della risurrezione.
Ricordo e preghiera per le madri che hanno visto morire i propri figli per malattia, disgrazia o incidenti, per le madri che vedono i figli irrealizzati, disoccupati, drogati o traviati, lontani dalla fede. Per quelle che hanno rinunciato o rifiutato i figli concepiti. Trovino conforto e perdono nel sangue di Cristo, accompagnate da Maria Addolorata.
Una chiesa sostenuta, guidata, preparata e ornata da Maria incontro a Cristo e in attesa della Risurrezione quotidiana.
Salve Regina.