Caritas – l’Ospedale della solidarietà per l’accoglienza e la cura dei bambini gravemente malati

L’Ospedale della Solidarietà è l’opera segno della Caritas diocesana, grazie alla quale vengono accolti in Italia minori con gravi malattie per essere sottoposti ad interventi chirurgici non possibili nei loro paesi d’origine per mancanza di strutture sanitarie e professionali mediche idonee, bambini nella maggioranza dei casi provenienti dall’Albania e dall’Africa.
L’Ospedale della Solidarietà nasce nel 1998, in collaborazione con i maggiori centri ospedalieri del territorio come l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, ospedale Bambin Gesù di Roma, ospedale Gemelli di Roma, ospedale Silvestrini di Perugia, per portare in Italia bambini, in particolare, e adulti affetti da gravi malattie che non possono essere curate nel loro paese d’origine. Il progetto, nasce con l’obiettivo generale di supportare interventi salvavita per bambini extracomunitari che non hanno possibilità di accesso a cure mediche, è rivolto, in particolare a minori fino a sedici anni non compiuti.
I malati che in genere hanno bisogno di cure specifiche e di interventi chirurgici non possibili nei loro paesi, vengono sottoposti ad un prima visita con medici specializzati per un orientamento sull’iter da seguire, espletare le necessarie pratiche affinché i soggetti che necessitano di intervento possano venire in Italia e accedere alle strutture messe a disposizione dagli ospedali, al pagamento delle spese di viaggio e soggiorno in Italia.
L’Ospedale della Solidarietà ha la sua sede operativa a Terni, ma il progetto insiste nel contesto internazionale sia per i contatti con la rete di associazioni che per i beneficiari sostenuti dal progetto. Negli anni di attività si sono prevalentemente stretti rapporti con i Paesi balcanici ma anche con S. Domingo, Libano, Iraq e Camerun.
Per la quasi totalità, i pazienti assistiti sono bambini extracomunitari che non hanno possibilità di accesso a cure mediche. Vengono assistiti anche senza tetto o persone indigenti del territorio che non avrebbero l’opportunità di essere seguiti o non hanno possibilità di accedere a cure mediche specialistiche.
Grazie all’Ospedale della solidarietà, nei suoi 18 anni di attività, è stato possibile assistere circa 150 persone extracomunitarie di cui circa il 90% minori prevalentemente dell’area balcanica. Nel 2014 sono stati seguiti 8 pazienti (6 albanesi, 1 kossovaro e 1 bosniaco) 4 maschi e 4 femmine. Nel 2015 sono stati seguiti 16 pazienti (14 albanesi, 1 rumeno, 1 bosniaco).
Nell’anno 2016 l’Ospedale della solidarietà sta già assistendo n. 5 pazienti di cui una bambina albanese di 7 anni per asportazione di un glaucoma all’occhio dx e per una visita di controllo a causa di una possibile infezione all’occhio sx da svolgersi presso la struttura di Padova; una bambina albanese di 10 anni con malformazione all’anca dx che ha effettuato una visita a febbraio 2016 all’Ospedale Rizzoli di Bologna dovrà mettere plantare sull’arto dx e ad ottobre nuova visita di controllo per verificare se è possibile procedere con plantare o applicare una protesi; ragazza di 18 anni macedone che dovrà fare una visita all’Ospedale Santo Spirito di Roma per un intervento all’anca per una protesi; una ragazza albanese di 16 anni in cura presso l’Ospedale di Piacenza affetta da cardiopatia congenita; i controlli di una bambina di 9 anni albanese operata per cardiopatia congenita e insufficienza renale.
I bisogni e i diritti dei bambini e degli adolescenti devono rappresentare la priorità di ogni sforzo rivolto allo sviluppo di una società civile. La salute è un diritto di ogni bambino e bambina, qualunque sia la sua origine o nazionalità. E’ innegabile che situazioni di svantaggio economico, negazione delle opportunità e difficoltà sociali vissute nei primi anni di vita incidono sul benessere e sulla salute di ogni persona.
Occorre quindi assicurare l’accesso a strutture ospedaliere e di cura adeguate ed opportunamente servite da operatori sanitari: medici ed infermieri qualificati.
L’attività dell’Ospedale della solidarietà può essere così riassunta: esame del singolo caso e studio della fattibilità della presa in carico, contatto con Enti/Strutture sanitarie per la presa in carico del beneficiario dal punto di vista sanitario e Contatto con Enti/ Associazioni per la presa in carico del beneficiario dal punto di accoglienza e permanenza sul territorio italiano, assistenza e accompagnamento all’intervento/cure mediche, monitoraggio dell’esito dell’intervento/cure mediche anche nel loro Paese di Origine.

LA STORIA DI ERIDONA
L’ultima bambina curata all’ospedale di Terni è stata Eridona Vuka, operata a fine luglio nel reparto di Neurologia.
Eridona nasce a Lezhe in Albania il 15 giugno del 2000, all’età di 8 anni le viene riscontrata una grave malformazione vascolare gigante al cervello con emorragia celebrale. Grazie all’impegno personale di Franco Tanchi e al contributo della Caritas e associazione di volontariato San Martino che provvede al viaggio, è presentata e accolta nel nosocomio cittadino; la dott.ssa Caputo Nevia la sottopone ad intervento ed asporta l’angioma.
Nel 2010, cioè due anni dopo, Eridona deve tornare a controlli ed accertamenti: la diagnosi del Santa Maria è che dovrà ssotenere controlli annuali. Dal 2011 al 2015 viene, perciò, aiutata per effettuare la visita di controllo annuale presso il reparto di Neurologia. Purtroppo la diagnosi dell’ultimo controllo accerta la ricomparsa dell’angioma e la necessità di un nuovo intervento. Ultimo viaggio da noi è recentissimo e l’intervento a cui è stata recentemente sottoposta nel periodo 23 luglio al 7 agosto, pare abbia definitivamente risolto il grave problema celebrale.
La foto all’aereoporto di Perugia del 7 agosto scorso, mentre rientra nel suo paese, la ritrae con la mamma, Tanchi Sandro e il volontario Caritas Gerardo Lombardo.
Durante la degenza è stata più volte seguita da tanti volontari della Caritas ed il giorno della partenza, il direttore della Caritas Ideale Piantoni l’ha salutata con un piccolo dono floreale e con l’augurio di sentirsi e rivedersi solo da turisti.
La Caritas diocesana, nel 2015 con il progetto “Ospedale della Solidarietà” ha aiutato, provvedendo al trasporto, viaggio, sensibilizzando Ambasciate, Consolati, Ospedali ed Asl, 11 pazienti stranieri.