Celebrazione per il mandato ai catechisti e anniversario della dedicazione della Cattedrale di Terni

La dedicazione di una chiesa è il momento conclusivo di un “cantiere” corale, che soprattutto nel medioevo era portato avanti da gente esperta e manovali e ausiliari di ogni condizione sociale.
“Un’impresa” di popolo, animato dalla fede, da spirito di penitenza e dall’amore per il Signore, che edificava il luogo della presenza di Dio, della preghiera, dell’annuncio della Parola, della celebrazione dei sacramenti, dell’incontro del popolo di Dio e soprattutto della celebrazione dell’Eucarestia.
Il rito e la festa della dedicazione durava 3 giorni, era compiuta da tre vescovi con la presenza compatta del popolo di Dio, che era stato il vero protagonista della costruzione dell’edificio.
La comunità cristiana che si era formata e costruita nel momento stesso della edificazione della chiesa, ora iniziava un nuovo cammino con la testimonianza della presenza mistica e sacramentale di Dio in un edificio , a volte di grandi dimensioni, e con la possibilità di celebrare solenni azioni liturgiche di forte impatto spirituale ed emotivo. Nascevano le scholae cantorum, gli addetti alla cura della chiesa, le confraternite varie, i gruppi, le associazioni per la manutenzione dell’edificio, i sagrestani, gli ostiari, i ministri vari; La Chiesa si mostrava una e articolata nei vari ministeri lettori, accoliti, diaconi, presbiteri, vescovo.
Una prima considerazione nasce dal confronto con la mentalità e la prassi in vigore oggi, quasi ovunque presso sacerdoti e fedeli. Spesso il popolo di Dio è assente nella costruzione della propria chiesa in senso spirituale e materiale; non si sente coinvolta o non viene coinvolta nell’apporto di progetto pastorale e neppure nella collaborazione economica, di attenzione e cura del tempio. Sembra che la chiesa sia altro da noi; la missio della chiesa spetta ai preti e a qualche laico privilegiato; come pure la preoccupazione per l’edificio della chiesa e delle opere di ministero pastorale spetta di dovere al Vaticano o alla Cei o alla Curia diocesana.
Non è proprio così. Il Concilio Vaticano II ha illustrato la Chiesa è Mistero, Corpo di Cristo, popolo di Dio, organismo variamente articolato, che cammina e opera insieme, in un Sinodo permanente. Insieme, Laici, Pastori, Vescovo di Roma… «ciascun Battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del Popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni» (EG 120). Occorre tornare a questa realtà anche nel senso della partecipazione materiale.
Dove la costruzione della chiesa è stata opera corale del popolo, clero e fedeli, la consapevolezza identitaria e l’amore per la chiesa materiale e spirituale è di gran lunga più sentita che altrove.
La dedicazione di una cattedrale era poi il massimo: il segno e l’espressione della presenza del Signore nella Chiesa, popolo di Dio, nella Chiesa particolare, presente in un determinato territorio.
Oggi ricordiamo quel giorno santo della consacrazione di questo tempio; ringraziamo il Signore, ma singolarmente e come popolo ci guardiamo allo specchio, che è Gesù per vedere rispecchiata, in una foto di famiglia, quale rassomiglianza abbiamo con lui, quanto ci manca per essere fedele immagine di Cristo, che dona se stesso per mostrare l’amore misericordioso del Padre..
Questo luogo, artisticamente arricchito e abbellito, in passato e al presente, dalla munificenza di benefattori, di enti e associazioni, della stessa municipalità, di fedeli semplici, è stato santificato dal ministero di vescovi zelanti e da reliquie di santi. E’ l’immagine e l’espressione della nostra chiesa particolare, il monte o la pianura o la strada nei quali siamo tutti attenti ad ascoltare Gesù, è il cenacolo dove, insieme a Maria e agli Apostoli siamo assidui agli insegnamenti degli apostoli, alla frazione del pane, alla comunione fraterna e alla preghiera. Tutti insieme, vescovo, presbiteri, diaconi, ministri, popolo di Dio ci ritroviamo per accogliere il dono dello Spirito e spinti dal vento divino, dirigerci, uscire nel mondo ad annunciare la Buona notizia e a portare l’amore e la compassione che Gesù ha usato per noi e per tutti gli uomini.
A tutti voi, fratelli e sorelle presbiteri, diaconi, ministri vari, religiosi, religiose, catechisti e fedeli tutti desidero ricordare con insistenza il valore e l’importanza della cattedrale: il luogo centrale e di riferimento della vita di tutta la Diocesi, la chiesa madre, la scaturigine e la sorgente da cui partono gli insegnamenti e le celebrazioni delle varie chiese sparse in tutto il territorio diocesano, con a capo il vescovo, successore degli Apostoli, riferimento di tutte le singole comunità parrocchiali, piccole o grandi, nella vita ordinaria.
Quale considerazione abbiamo di questa ecclesiologia e della importanza e centralità della cattedrale, chiesa madre di tutte le nostre comunità? La chiesa è una e le singole parrocchie sono emanazioni che vogliono facilitare la partecipazione alla vita della chiesa particolare, che ha a capo il vescovo, assistito e coadiuvato dai presbiteri e dai diaconi. E tutti insieme formiamo il corpo di Cristo.
(Seconda lettura, Paolo ai Corinzi) “Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi!”.

E questa sera siamo qui rappresentanti dei vari ministeri della comunità, un corpo dalle molte membra, variamente articolate e tutte necessarie ed operanti per il bene e benessere comune. In maniera ufficiale e simbolica anche voi, come gli apostoli da Gesù, riceverete il mandato dal vescovo per operare a nome della Chiesa e di questa chiesa in particolare. E’ un grande onore: predicare, servire in nome e per mandato di Gesù e della Chiesa. Ma è anche una responsabilità per insegnare in maniera conforme alla parola di Gesù, della Chiesa e non altre dottrine; manifestare l’amorevolezza di Gesù nel servizio che ci viene affidato.

Un sogno: una chiesa testimone di unità; ognuno impari, cerchi e promuova la comunione col vescovo, i presbiteri e con tutta la comunità. Singolarmente rappresentiamo noi stessi; insieme rappresentiamo la Chiesa. Questo luogo è la casa e la scuola, la fucina della comunione, che parte da qui e continua nelle singole comunità. E’ il cenacolo dove insieme invochiamo lo spirito di unità . Il luogo dove ciechi, storpi, donne incinte (è la nostra umanità) camminano insieme e fiduciosi per incontrare il Signore, che salva. (prima lettura).
Rallegriamoci fratelli e sorelle per questo giorno santo, per il dono di questa cattedrale, per essere stati chiamati a far parte della Chiesa, qui rappresentata dal vescovo, presbiteri, diaconi, ministri vari, religiosi, popolo di Dio. Di essere stati inseriti in una chiesa che si gloria di santi pastori: Valentino, Anastasio, Giovenale, Cassio; che è arricchita della santità di Santa Firmina, sant’Olimpiade, San Gabriele, Beata Lucia… fino ai nostri giorni ai venerabili Loiali, Giuno Tinarelli
Riprendiamo il cammino verso la missione nella comunione col Papa, il vescovo, i presbiteri disponendoci ad accogliere e a dispensare la misericordia tra di noi e con coloro che il Signore pone sul nostro cammino.