Festa provinciale Anspi a Guardea – il convegno “La Famiglia in oratorio, la famiglia e l’oratorio”

Oratori a raccolta, per la terza edizione della Festa Provinciale Anspi. A Guardea, la piazza, la chiesa, la sala consiliare, l’oratorio Giovanni Paolo II e i campi di calcetto si riempiono di bambini festanti, con genitori e animatori al seguito. Si apre con il convegno: “La Famiglia in oratorio, La Famiglia e l’oratorio”. A coordinare i lavori Adriano Fabrizi, presidente zonale Anspi, con interventi del sindaco di Guardea, Gianpiero Lattanzi, il parroco, don Donat Katawa e Chiara Bagnolo, membro del consiglio direttivo del locale oratorio parrocchiale. Centrale, la relazione del prof. Enrico Carosio, docente presso l’Università di Perugia.
“Essenziale – riferisce – che educhiamo noi stessi e i ragazzi a percepire l’uomo come destino, oggetto di un continuo cambiamento. Il problema è che la complessità, oggi, ci fa paura, e se sei solo, non abituato a tessere relazioni, ma convinto che basti a te stesso, diventa difficile affrontare le cose. E’ invece importante saper chiedere aiuto”. Ad essere proposta, dunque, è la logica dell’alleanza con chi è portatore di competenze, creando una rete autentica basata su progetti concreti.
E all’interno del progetto oratorio, portatori di competenze possono essere anche i genitori. Attenzione, tuttavia, a non considerarli solo come risorse cui attingere. Ai padri, tanto per esemplificare, non è sufficiente chiedere di ridipingere le sale dell’oratorio. Occorre anche costruire delle occasioni per aiutarli a riflettere sul loro ruolo genitoriale.
“Non ti chiedo la competenza e basta – spiega Carosio – ma ti aiuto a crescere come persona. Questo tipo di coinvolgimento aiuta i ragazzi a percepire anche gli adulti in cammino. E’ importante vedere che i propri genitori ballano, si travestono, pregano insieme. E’ così che si arriva al profondo delle persone”. Non si può domandare ai ragazzi di porsi in cammino, se non si è, in quanto adulti, in cammino. Così come non si può chiedere ai ragazzi di non giudicare, se si è imbevuti di giudizio: “Noi viviamo in una società molto giudicante in termini di valori. Giudicare è importante – rimarca Carosio- il problema è il pregiudizio. Occorre mettere da parte i costrutti per porsi in posizione di ascolto. Accettare la dimensione dell’altro, per interrogarci”. Da ultimo, oratorio come luogo di welfare: “Più o meno inconsciamente, -riconosce il docente- è luogo di sostituzione di alcuni servizi di accompagnamento e sostegno. Ecco perché, se il progetto di oratorio si rivolge a tutta la famiglia, richiede competenze”. Senza dimenticare, prima di avviare qualsiasi attività di animazione, di raccogliersi anche in un brevissimo momento di preghiera.
Il convegno, non a caso, è stato seguito dalla Santa Messa celebrata dal vescovo, mons. Giuseppe Piemontese. Poi il pranzo ed i tornei di calcio e pallavolo. Spiritualità, convivialità, divertimento, formazione: nella struttura di una giornata di festa, gli elementi da non trascurare in un solido progetto d’oratorio. Sapendo che è un cammino di avvicinamento all’altro che dura tutta una vita.
I ringraziamenti per la riuscita giornata al Direttivo dell’oratorio Anspi “Giovanni Paolo II” di Guardea, impegnato a realizzare una manifestazione che ha visto la presenza di paesi e città dell’Umbria e del Lazio; la Pro Loco locale che ha organizzato il pranzo per circa 200 persone; il sindaco Lattanzi che ha messo a disposizione gli impianti sportivi; mons.Piemontese che nell’omelia ha riassunto il tema della Famiglia e fatto gli auguri all’Anspi; il prof. Enrico Carosio docente anche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, formatore nazionale Anspi ma anche Agesci ed altre associazione cattoliche nazionali.

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