In occasione della festa della natività di Maria l’8 settembre, presso il santuario della Madonna delle Grazie a Foce di Amelia, dove è custodita una miracolosa immagine quattrocentesca della Madonna, si rinnova la tradizione del pellegrinaggio dei malati, accompagnati dai volontari dell’Unitalsi e del Centro volontari della sofferenza (Cvs).
Il santuario di Foce è stato fin dal 1600 santuario del territorio amerino, costruito con il contributo di tante diocesi del centro Italia (da Todi a Nepi, da Perugia a Viterbo) che, oltre a sottolineare la enorme devozione mariana e notorietà che aveva raggiunto, è stato da sempre luogo di pellegrinaggio dei malati con grande afflusso di popolo soprattutto dalle parrocchie dell’allora diocesi di Amelia.
“Questo santuario intitolato alla Madonna delle Grazie ci ricorda come tutti siamo bisognosi – ha detto il vescovo nella solenne concelebrazione con i sacerdoti della vicaria di Amelia, fedeli e malati – e ci rivolgiamo a Maria perché ci doni le di grazie, ma dobbiamo innanzi tutto dobbiamo chiedere a Maria che ci doni la Grazia, l‘amicizia di Dio, la riconciliazione e la vita di Dio nella nostra esistenza terrena. Questa Festa mariana, Madonna delle Grazie e l’altra festa Madonna del Ponte segnano l’inizio dell’anno pastorale della nostra Diocesi. Questa porzione di comunità diocesana con i malati e i sofferenti si raduna attorno a Maria, vista in tutta la sua umanità, nel momento della nascita, quando si rallegrano con i genitori tutti i vicini e conoscenti, per affidare a Lei oltre che le nostre speranze, il cammino cristiano della Diocesi. Dove andiamo come cristiani in questo tempo? Ci sentiamo parte del popolo di Dio in cammino, insieme al vescovo, ai sacerdoti e diaconi per testimoniare l’amore di Dio in questo tempo e luogo? A volte alcuni fedeli si danno pensiero per piccole incomprensioni o differenti punti di vista con i sacerdoti e col vescovo, ma non si preoccupano del cammino di fede che sono chiamati a fare con tutta la diocesi, ella crescita nella vita della Grazia. Comunione e Missione è il programma della nostra chiesa diocesana. Quale contributo diamo per creare comunione, cioè unità, comprensione, perdono, aiuto reciproco, concordia, eucarestia? Quanti si adoperano per evitare ciò che divide: parole, mormorazioni, gesti, rivendicazioni e promuovere ciò che unisce? Quanti di noi si pongono al servizio del Regno per annunciare il Vangelo dell’amore con lo studio e la conoscenza del Vangelo, con le parole, con la testimonianza, con l’esempio, ogni giorno, nei luoghi dove viviamo? Abbiamo ricevuto il dono della fede. Gesù ci affida l’incarico, la missione di donarla agli altri. Lasciamoci istruire e aiutare da Maria in questa nostra testimonianza”.
Al termine della celebrazione è seguita una breve processione accompagnata dalla banda Città di Amelia, sul piazzale antistante il santuario e l’impartizione della benedizione eucaristica ai malati e fedeli.
Nel santuario di Santa Maria delle Grazie, edificato nel 1648, si venera un affresco della Vergine, traslato da un’edicola originariamente posta sulla sponda del torrente Beccio. Il 13 maggio 1629 la sacra immagine fu solennemente traslata a Foce, dove venne costruito l’attuale Santuario e dove il 13 giugno 1859 fu incoronata, su nulla osta del papa Pio IX, a testimonianza dei tanti fatti prodigiosi avvenuti per intercessione di Maria. All’interno del santuario si trova un altare di notevole fattura ed alcune tele d’epoca.
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